L’Indipendente 9/05/2004, 9 maggio 2004
Dall’altra parte Lo stesso mattino, dall’altro lato del fronte, ci sono tre uomini con divise di diversi colori che cercano di fare il punto della situazione
Dall’altra parte Lo stesso mattino, dall’altro lato del fronte, ci sono tre uomini con divise di diversi colori che cercano di fare il punto della situazione. Il più contrariato dei tre è di sicuro il comandante Von Richtofen, il nipote del Barone Rosso, e quel che più conta il capo della Legione Condor della Luftwaffe, l’aviazione di Hitler. A tenergli testa il generale Mola, che gode di tutta la fiducia di Franco. In mezzo, come spesso gli capitava, il generale italiano Piazzoni. Le ragioni dello scontro tra il tedesco e lo spagnolo sono le solite. I nazisti vorrebbero andare per le spicce, vincere velocemente la guerra senza farsi tanti scrupoli e poi tornare a casa. Questo è l’unico modo che vedono per risparmiare tempo e quattrini. Franco però fa orecchie da mercante. Promette di accelerare le operazioni, concorda tabelle d’invasione con gli alleati e poi se ne infischia. Per lui è essenziale evitare quando possibile devastazioni e carneficine. Ed è pure logico; lui in Spagna deve restarci, per governare. Meno danni fa meglio è. Torniamo ai tre ufficiali; Von Richtofen è inviperito, per l’ennesima volta l’esercito spagnolo non è stato capace di rispettare il piano di marcia. Le ricognizioni aeree di Guernica provano il passaggio delle truppe repubblicane, in precipitosa ritirata. Le strade a sud del paese devono essere bloccate se si vuole chiudere la rete e mettere nel sacco i gudaris. Questa volta nessuno si oppone alla strategia dell’ufficiale tedesco, dunque si decide che nella mattina i bombardieri attaccheranno le strade che dal fronte arrivano a Guernica, circa sette chilometri prima della città. Poi toccherà nel pomeriggio all’incrocio stradale a est della cittadina e al ponte su cui si è costretti a passare.