Osvaldo Guerrieri, ཿLa Stampa 10/5/2004, pagina 31., 10 maggio 2004
Fëdor Dostoevskij scrisse ”Il giocatore” per una sfida. Nel 1865, reduce dai casinò d’Europa, senza un copeco in tasca, morti la moglie, il fratello Michail, l’amico Apollon Grigore’v, si legò all’editore Stellovskij con un contratto capestro
Fëdor Dostoevskij scrisse ”Il giocatore” per una sfida. Nel 1865, reduce dai casinò d’Europa, senza un copeco in tasca, morti la moglie, il fratello Michail, l’amico Apollon Grigore’v, si legò all’editore Stellovskij con un contratto capestro. Gli avrebbe ceduto i diritti di tutte le sue opere impegnandosi a consegnarli, entro il novembre dell’anno successivo, un nuovo romanzo. Se non lo avesse fatto, l’editore avrebbe acquisito il diritto di stampare tutte le opere successive, per nove anni, senza versargli alcun compenso. Nell’ottobre del 1866, Dostoevskij aveva appena pubblicato ”Umiliati e offesi”, stava lavorando a ”Delitto e castigo” e non aveva nulla da consegnare a Stellovskij. Allora l’amico Miljukov si ricordò del progetto del ”Giocatore” cui lo scrittore aveva accennato un anno prima. Così gli propose un gruppo di lavoro: lui avrebbe raccontato gli episodi del romanzo e ciascuno degli amici ne avrebbe scritto un capitolo. Dostoevskij rifiutò: "Non firmerò mai col mio nome il lavoro di un altro". "Allora prendete uno stenografo e gli dettate tutto il romanzo" rispose Miljukov. Dostoevskij accettò. Il 4 ottobre cominciò a dettare ”Il giocatore” a Anna Grigorevna Snitkina, stenografa, vent’anni, bella e intelligente (che l’anno dopo [1867] diventerà sua moglie) e dopo 26 giorni di lavoro forsennato era compiuto.