la Repubblica, domenica 8 febbraio, 9 maggio 2004
In giro per le esposizioni più popolari e lucrative, si nota soprattutto la quantità di persone brutte o bruttissime che si autoesibiscono come ”opere”, diventando automaticamente Arte Contemporanea anche nelle quotidianità corporali e domestiche da home video
In giro per le esposizioni più popolari e lucrative, si nota soprattutto la quantità di persone brutte o bruttissime che si autoesibiscono come ”opere”, diventando automaticamente Arte Contemporanea anche nelle quotidianità corporali e domestiche da home video. E la frequenza di Madonne e Crocifissi sbeffeggiati in vari modi, senza però che nessun trasgressivo si permetta di mancar di rispetto a simboli ebraici o islamici. Molti massacri e stragi, con tormenti e vittime: sia passati, sia presenti, sia futuri. Bellici, politici, ideologici, gangsteristici, polizieschi, di regime, di serial killer, science-fiction, video-fantasy, teatro della crudeltà e della malignità. Parecchi sviluppi nell’effettistica da «palazzo delle meraviglie». Alla Tate Modern, un ingigantimento dei vecchi specchi deformanti nelle fiere di paese: ora, nello spazio immenso, i giovani si sdraiano per terra e si divertono a veder riflessi i loro gesti sul soffitto altissimo. Mentre alla Saatchi Gallery, nel vecchio ex-municipio tristissimo, si dà spago abbondante alla deformità dei corpi: mostri e freaks che una volta si definivano «da baraccone» o «da Cottolengo». Ma anche enormi presepi con tante stragi in migliaia di figurine piccolissime e accuratissime: come quelle già eseguite dai detenuti negli ergastoli senza grazie.