la Repubblica, domenica 8 febbraio, 9 maggio 2004
Piccola appare invece la mostrina di Frédéric Bazille al Marmottan, rispetto a quella che viaggiava anni fa tra Montpellier e Brooklyn
Piccola appare invece la mostrina di Frédéric Bazille al Marmottan, rispetto a quella che viaggiava anni fa tra Montpellier e Brooklyn. Con opere giovanili già mature come le coetanee di Manet, Monet, Courbet; signore estive all’aperto già macchiaiole, bagnanti del Midi anche più nudi e vivi che in Cézanne. E stupendi interni d’atelier, con molti quadri in lavorazione: dunque, interrogativi aperti sull’opera futura, se non fosse morto trentenne alla guerra del 1870. Diversi modelli di organizzazione espositiva. In un padiglione del Luxembourg appaltato dal Senato a un’impresa di eventi, il gran nome di Botticelli attira le folle a una piccola raccolta di opere anche minori. Il Louvre, dopo il successo dei Marmi Colorati a Roma, riunisce tutti i suoi spettacolosi vasi e busti in porfido, già sparsi nelle varie sezioni, in un solo salone. Senza biglietti supplementari, e con un brillante catalogo. Una settantina di capolavori, quasi tutti romani, visitabili con calma perché non è ancora scattata la moda delle pietre. A Londra pare forse più interessante osservare le tecniche attuali del mercato dell’arte contemporanea: molto più sviluppato nei suoi intrecci (fra mercanti, curatori, direttori, critici, pubblicitari e pubblicisti) che ai tempi di Vollard o Kahnweiler. Oggi, infatti, sembra economicamente più facile ”inventare” un artista o un gruppo dal niente, e lanciarne le opere vendendo ad alti prezzi un prodotto di costo zero.