la Repubblica, domenica 8 febbraio, 9 maggio 2004
Piuttosto faticosa risulta anche la lunghissima mostra di douard Vuillard al Grand Palais, soprattutto perché dopo le prime sale, dove appare più geniale addirittura di Degas o Cézanne, poi diventa un parigino sempre più ”routinier”
Piuttosto faticosa risulta anche la lunghissima mostra di douard Vuillard al Grand Palais, soprattutto perché dopo le prime sale, dove appare più geniale addirittura di Degas o Cézanne, poi diventa un parigino sempre più ”routinier”. Dalla creatività all’arredamento. Le deliziose opere giovanili (poi disperse in tante sedi private o minori) non sfruttano mai un’invenzione o un’idea più di una volta: piccole masse o macchie basiche, sintetiche e simboliche e anche sceniche, magari con figure annebbiate in primo piano e nitide sullo sfondo. Poi avanza la decorazione: interni che rappresentano interni, con vesti puntilliste a fiori su divani puntillisti e tappezzerie a fiori, e sieste, pennichelle, riposi, relax. E quadri nei quadri, fra paraventi e pannelli e mézzeri: non più fra Matisse e Kirchner, ma fra ornamento e boudoir.