il manifesto, giovedì 15 gennaio, 9 maggio 2004
Il primo incontro tra Sachs e Cocteau avvenne nel 1924. Da poco, Cocteau aveva riabbracciato la fede cattolica
Il primo incontro tra Sachs e Cocteau avvenne nel 1924. Da poco, Cocteau aveva riabbracciato la fede cattolica. «Non c’è dubbio», ricorda Sachs nella Decade dell’illusione. Parigi 1918-1928, (volume ora tradotto da Manuela Maddamma per Meridiano zero, 2002, 13,50 euro, 240 pagine; segnalo che la versione si appoggia su quella in lingua inglese, che si può a tutti gli effetti considerare l’originale, di Gwladys M. Sachs, The Decade of illusion, Paris, 1918-1928. Knopf, 1933; mentre il testo in lingua francese, originariamente intitolato L’Age tricolore, apparve nel 1936 per Denoël et Steele), «che la conversione di Cocteau, che non era veramente tale poiché egli aveva ricevuto il battesimo cattolico alla nascita, fece sensazione. La gente di mondo sorrideva e si chiedeva se avrebbe preso i voti cattolici, si preoccupavano per una riconciliazione così piena d’insidie. Solo Maritain sosteneva questa nuova fede. I giovani, sbalorditi, videro inginocchiarsi colui al quale così spesso loro stessi avevano affidato l’anima. Questa conversione addensò nubi pesanti e tempestose. Cocteau, che appariva come l’indipendenza fatta persona, si decretava dipendente. Lo si emulò, in un vasto delirio di entusiasmo e abnegazione».