Federico Ferrazza, La Macchina del Tempo, maggio 2004 (n.5), 8 maggio 2004
Ricordate gli occhialetti di plastica con una lente blu e una rossa che in alcuni film consentivano di vedere immagini tridimensionali? Quella tecnologia che sembrava superata già al suo esordio? Beh, acqua passata
Ricordate gli occhialetti di plastica con una lente blu e una rossa che in alcuni film consentivano di vedere immagini tridimensionali? Quella tecnologia che sembrava superata già al suo esordio? Beh, acqua passata. I colossi dell’hi-tech, infatti, da qualche anno stanno lavorando alla realizzazione di schermi 3D che manderanno in pensione quegli occhiali. Una delle prime aziende a investire in questo settore è stata la nipponica Sharp che alla fine dello scorso anno ha portato sul mercato il primo computer portatile dotato di uno schermo a cristalli liquidi 3D. Alla base di questo monitor c’è la tecnologia ”parallax barrier” supportata da un software della società californiana Digital Dynamic Depth (Ddd). Il principio è semplice: «Quando si guarda uno schermo ci si aspetta qualcosa di piatto», ha dichiarato alla rivista ”NewScientist” Chris Yewdall: «Noi vogliamo cambiare questa sensazione». In che modo? La tecnologia ”parallax barrier” consente al monitor (formato da due schermi sovrapposti e divisi da un filtro che divide in due un’immagine) di inviare due fasci luminosi distinti a entrambi gli occhi che, così, percepiscono due immagini diverse. Il nostro sistema nervoso, poi, assembla le due immagini in modo da darci l’illusione (molto realistica) di un oggetto tridimensionale. La ”parallax barrier”, d’altra parte, ha anche qualche controindicazione. Per apprezzare al meglio l’immagine in 3D sul notebook di Sharp (ma anche su un computer portatile di Nec lanciato nel gennaio scorso), infatti, bisogna essere distanti dal monitor circa 53 centimetri e l’angolo di visuale è piuttosto ridotto. Inoltre, come sottolineato dal governo giapponese che ha deciso di regolamentare la produzione di display 3D, questi monitor possono causare dei piccoli disturbi. L’alta esposizione agli schermi tridimensionali, infatti, può portare a un senso di vertigine, nausea, disorientamento o problemi legati alla vista. Ancora per un po’, insomma, conviene indossare gli occhialini colorati.