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 2004  maggio 08 Sabato calendario

Lo zoo? Una vera e propria prigione, ma senza che i detenuti abbiano commesso crimini. Solitamente chi è contrario lo è in maniera decisa e denuncia la reclusione degli animali come una violenta appropriazione del diritto alla libertà che dovrebbe essere dovuto a ogni essere vivente

Lo zoo? Una vera e propria prigione, ma senza che i detenuti abbiano commesso crimini. Solitamente chi è contrario lo è in maniera decisa e denuncia la reclusione degli animali come una violenta appropriazione del diritto alla libertà che dovrebbe essere dovuto a ogni essere vivente. «Sono fermamente contrario a ogni forma di zoo o di detenzione di animali esotici costretti a vivere in habitat diversi da quelli in cui vivono normalmente» dichiara Paolo Manzi (a sinistra nella foto), presidente nazionale dell’Enpa (Ente nazionale per la protezione degli animali), Manzi ha promosso il libro-denuncia ”I prigionieri del Bioparco”, Edizioni Cosmopolis, da cui è stata tratta la foto a destra. «Lo zoo» prosegue «è diseducativo e non ha una vera valenza scientifica perché gli animali si trovano al di fuori del loro ambiente naturale, una condizione che ne modifica drasticamente i comportamenti e li priva dell’istinto». Tantissimi muoiono per mancanza di cure adeguate e le nascite in cattività sono rare. Capita, talvolta, che la madre ripudi il neonato, cresciuto allora dagli addetti allo zoo. Queste madri ”snaturate” sono in realtà state cresciute anch’esse da umani e non hanno quindi ricevuto l’educazione alla maternità, un istinto che viene loro insegnato perché non è innato come si è soliti pensare. La soluzione alternativa ci sarebbe: «Bisognerebbe creare un significativo numero di oasi e aree protette» conclude Manzi. «Gli animali che vivono oggi negli zoo non dovrebbero essere fatti riprodurre, nell’attesa di una naturale estinzione dello zoo».