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 2004  maggio 08 Sabato calendario

Colei che mostra la via alle stelle, Signora delle battaglie, Colei che anima il godimento e la gioia

Colei che mostra la via alle stelle, Signora delle battaglie, Colei che anima il godimento e la gioia. Così i Sumeri chiamavano Venere, figlia della Luna e del Sole, capace di mostrarsi all’alba e al crepuscolo e per questo invocata come divinità dai doppi poteri: di giorno per proteggere gli uomini in guerra, di notte per favorire i piaceri dell’eros. Il luminoso pianeta era adorato anche dagli Aztechi che, suggestionati dal suo ciclo (appare alternativamente all’est e all’ovest) ne fecero il simbolo della morte e della rinascita: nella loro immaginazione rappresentava Quetzalcoatl, il dio del Serpente Piumato risuscitato a est dopo essere morto a ovest. Nella mitologia Inca il pianeta era invece identificato con Chasca, giovane dai lunghi e ricci capelli adorato come paggio del Sole. In Australia lo spuntare mattutino di Venere, nota col nome Barnumbir, era segno propizio per i cacciatori che si svegliavano all’alba in cerca di selvaggina. Nella mitologia classica il pianeta, associato alla bellezza, all’amore, alle gioie della primavera, era composto da Lucifero (Eosphorus), cioè la stella del mattino, ed Espero, quella della sera. La stessa distinzione compare nei miti degli indiani Pawnee, che a Venere dedicavano un cruento rituale: una giovane prigioniera (Stella della Sera), dipinta di rosso e di nero a simboleggiare il confine tra giorno e notte, veniva trafitta con le frecce che l’avrebbero inviata a Stella del Mattino, suo celeste sposo. Tra gli indiani Pueblos si racconta invece di ”Cacciatore di cervi” e ”Fanciulla Grano Bianco”, due giovani bellissimi e innamoratissimi: quando lei morì lui si disperò al punto che il Cielo volle ricongiungerli trasformando Cacciatore di cervi nel pianeta Venere e Fanciulla Grano Bianco in Mercurio.