Mario Torre, La Macchina del Tempo, maggio 2004 (n.5), 8 maggio 2004
Se il 2003 è stato l’anno di Marte, il 2004 e il 2005 saranno gli anni di Venere. Per due motivi
Se il 2003 è stato l’anno di Marte, il 2004 e il 2005 saranno gli anni di Venere. Per due motivi. L’8 giugno di quest’anno, Venere transiterà davanti al disco solare. Darà vita cioè a una debolissima eclisse. Le dimensioni di Venere rispetto al Sole sono così piccole che non ci si renderà conto della diminuzione di luce, ma il fenomeno è di grande richiamo perché avviene molto raramente. Si verifica con archi di tempo molto diversi l’uno dall’altro, che sono di 122, 8, 105 e 8 anni. L’ultima volta fu osservato nel 1882, otto anni dopo il transito precedente che si era verificato nel 1874. Da allora il fenomeno non si è più ripetuto: saltato il secolo appena trascorso, tornerà a manifestarsi quest’anno dopo 122 anni. Poi ritornerà il 6 giugno del 2012, quindi bisognerà attendere il 2117 e poi ancora il 2125. Perché questi appuntamenti sono così rari (le condizioni di transito si verificano solo 39 volte su un periodo di 2800 anni)? Perché si possono verificare solo quando la Terra si trova allineata con Venere e il Sole ma, contemporaneamente, l’orbita terrestre si interseca con l’orbita venusiana. Oltre al suo fascino, l’appuntamento ha anche un valore scientifico? Non particolarmente elevato, anche se permetterà di studiare il comportamento dell’atmosfera di Venere quando questa passerà vicino al bordo del Sole e dunque si potrà misurarne lo spessore. Ben poca cosa, se si pensa quali risultati potrà ottenere la missione che l’agenzia spaziale europea ha deciso di varare il prossimo anno. Da quando l’uomo ha iniziato a solcare lo spazio sono state inviate diverse decine di missioni verso Venere anche se solo poco più di 25 hanno riportato dati interessanti. Le altre sono fallite o hanno ottenuto pochi risultati. L’ultima missione a visitare Venere è stata la sonda Magellano, lanciata dalla Nasa nel 1989, che ne ha tratto una cartografia radar completa. Da 15 anni a questa parte il pianeta è stato trascurato, perché l’attenzione si è spostata verso Marte. Ma mentre si dà vita alle missioni che porteranno l’uomo sul Pianeta Rosso ecco il ritorno dell’interesse per Venere. E non a torto, perché il pianeta nasconde molti segreti. L’atmosfera è uno degli obiettivi di maggior interesse. costituita al 96% da biossido di carbonio (anidride carbonica) e da circa il 3% di azoto molecolare, è estremamente densa, tanto che la pressione alla superficie del pianeta è circa novanta volte maggiore di quella terrestre. La pressione atmosferica terrestre equivale a 1 kg su 1 centimetro quadrato, cioè alla pressione esercitata da circa 80 kg posati sul palmo di una mano. Quella venusiana corrisponde a 90 volte tanto. Senza un’opportuna protezione l’uomo verrebbe schiacciato. La temperatura media al suolo è di circa 450 °C, superiore alla temperatura di fusione del piombo. Tenuto conto allora della chimica atmosferica e di queste condizioni di pressione e temperatura, si capisce che, per come la conosciamo noi, la vita su Venere è ben poco probabile. Almeno sulla superficie. C’è infatti chi sostiene che la possibilità che anche Venere ospiti qualche forma semplice di vita non è da escludere a priori. Spiega Dirk Schulze-Makuch, dell’Università di El Paso (Texas): «A circa 50 km di quota le condizioni di temperatura e pressione non escludono la vita, anzi sarebbero favorevoli, sempre che questa abbia potuto innescarsi in un mondo non certo semplice». Quale sarà il compito di Venus Express? Lo scopo principale della sua missione sarà l’analisi dell’atmosfera venusiana, con un riguardo alla stratificazione dei gas, cioè alla loro densità in funzione della quota. Potremo parlare della composizione della troposfera, della stratosfera venusiana e così via, così come facciamo con l’atmosfera terrestre. La missione inoltre cercherà di verificare l’esattezza dell’ipotesi avanzata da ricercatori dell’Università Washington di St. Louis, secondo i quali su Venere precipita, sotto forma di neve, materiale metallico. Le nevicate si verificherebbero sulle alture più elevate del pianeta e sarebbero composte da solfuro di bismuto e da solfuro di piombo. E non solo. Grazie alla sua atmosfera densa, su Venere la riflessione della luce solare è molto intensa: per questo motivo, appare come l’astro più brillante del cielo e l’effetto serra è elevatissimo. Su Venere non ci sono oceani né di acqua né di altre sostanze liquide. Può quindi essere interessante vedere all’opera un effetto serra in un’atmosfera diversa dalla nostra. Con Venus Express sembra ripartita una ”nuova età dell’oro” dell’esplorazione del sistema solare. Una ricerca che si muove su due binari: da un lato si vanno a cercare tracce di vita, dall’altro si prepara il terreno per l’espansione della presenza umana. La prima è stata senz’altro favorita dagli avanzamenti nello studio di batteri terrestri che sopravvivono in condizioni estreme. Non per niente sono detti estremofili. Sono archeobatteri in grado di sopravvivere ad altissime temperature o in assenza di ossigeno. Questo ci fa capire come la presenza di vita non possa essere esclusa in modo ovvio da alcuni luoghi del sistema solare, come la luna di Giove, Europa, o l’atmosfera di Venere. La seconda, cioè la colonizzazione pacifica, è invece una prospettiva che sta per trasformare ciò che era fantascienza in realtà. Anche se del prossimo futuro. Mario Torre