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 2004  maggio 08 Sabato calendario

Camenisch Marco

• Nato a Schiers (Svizzera) il 21 gennaio 1952. Ecoguerriero. «Lo accusano di aver ammazzato vent’anni fa un secondino e una guardia di confine durante una fuga. Lui dice che non è vero. l’unica cosa che nega Marco Camenisch [...] anarchico ed ecologista radicale, una vita diritta e troppe cose andate storte. In suo nome sono stati firmati decine di attentati in tutta Europa a centrali elettriche, tralicci dell’alta tensione, cantieri dell’alta velocità, anche all’ovovia dell’Abetone. Lui, rinchiuso nel carcere Kloten di Zurigo, dove sconta una pena a otto anni per evasione, non si dà per vinto. [...] Sulla sua storia e sul suo credo sono stati scritti due libri: Rassegnazione e complicità edito dalla associazione Croce nera anarchica e il più recente Achtung banditen pubblicato dalle edizioni Nautilus. Per non parlare del sito www.freecamenisch.net dove sono aggiornate tutte le iniziative che lo riguardano, dagli scioperi della fame alle mobilitazioni in occasioni dei processi. Una vera tempesta mediatica anche se underground che a molti, per primi ai poliziotti di mezza Europa che gli hanno dato la caccia e che adesso inseguono i suoi imitatori, fa accostare Marco Camenisch a un altro ecologista radicale: Theodor Kaczynski, il professore di matematica del Montana diventato famoso negli Stati Uniti e nel mondo come Unabomber. Il vecchio docente di Berkeley, dopo aver scritto il suo manifesto visionario contro la società tecnologica, ancora oggi dal carcere di Florence in Colorado stila documenti con titoli significativi: Colpisci quando fa male. Marco Camenisch, non gli è da meno già nel 1981, quando al suo primissimo processo a Zurigo, imputato per un attentato dinamitardo alla centrale elettrica di Bad Raz, si presenta con una stella rossa disegnata in fronte e annuncia alla corte: ”Considerato che date ascolto ai cannoni, non ci resta che volgere i cannoni contro di voi”. I giudici non gradiscono e lo condannano a dieci anni di carcere. Lui non fa una piega e snocciola la sua ideologia che è un mix di tante cose. Dove in mezzo si trovano le parole di una canzone di Bob Marley che inneggia alla battaglia: ”Get up, stand up and fight for your rights”, Poi gli indiani irochesi e il loro messaggio al mondo occidentale: ”La terra è sacra, va difesa”. Il pedagogista Paul Freire: ”Difendiamo il mondo naturale”. E alla fine anche quella che è la sua prima elaborazione personale e coniuga neoprimitivismo, azioni dirette e apocalissi prossime venture: ”I sabotaggi sono da intendere come protesta contro la distruzione dell’ambiente e il monopolio energetico dello Stato atomico che vuole elettrificare tutta la società”. Nella sua autobiografia Marco Camenisch giura di aver imparato tutto da solo. Figlio di una guardia di confine elvetica, nato solo per caso a Campocologno nel Cantone dei Grigioni durante uno dei tanti trasferimenti di suo padre, Marco Camenisch è insofferente fin dalla scuola. Prima rifiuta l’insegnamento tradizionale. Poi abbandona anche gli studi di agricoltura a Planthof: ”Contesto la moderna agronomia industriale e meccanizzata, appendice dell’industria chimica”. Neanche ventenne cerca di trovare un suo equilibrio facendo il pastore in un alpeggio. Ma l’esperienza dura poco: ”Le oasi felici non esistono. ora di scendere a valle e affrontare i cadaveri viventi che capiscono solamente la lingua del danaro, del potere, della ricchezza e dei cannoni”. La notte di Natale del 1979 con la dinamite distrugge un pilone di cemento e i trasformatori della centrale idroelettrica di Sarelli. solo l’inizio, è il suo debutto. L’8 gennaio 1980 viene arrestato. Ventidue giorni dopo arriva la prima condanna a dieci anni di carcere. A novembre dell’81, mentre è ancora detenuto, salta per aria un traliccio in Liechtenstein. Nella rivendicazione si parla di lui. Un mese dopo riesce ad evadere dal carcere di Regensdorf insieme ad altri detenuti. Nella fuga muore una guardia carceraria e un’altra viene ferita. il primo omicidio per il quale sarà processato lunedì a Zurigo. Il secondo omicidio che gli attribuiscono - e che lui ancora una volta nega di avere commesso - avviene il 3 dicembre dell’89 al valico italo svizzero di Brusio, vicino al suo paese natale, quando viene ammazzata una guardia di frontiera che secondo l’accusa lo avrebbe riconosciuto. Di Marco Camenisch non si sa più niente fino al 5 novembre del 1991 quando viene arrestato a Carrara in Toscana. Dopo aver scontato una condanna a 12 anni di carcere per attentati a tralicci dell’Enel e per un conflitto a fuoco con i due carabinieri che lo avevano arrestato, nell’aprile del 2002 viene estradato in Svizzera. Due mesi prima, il giorno di San Valentino, nel carcere di Biella si sposa con un’italiana, Manuela Centi: ”Terrorista è lo stato che se la prende con un uomo dall’animo splendente. Gli attentati in suo nome? Non li giudico”. Però l’elenco è lungo così: dalla Svizzera alla Spagna, dalla Valtellina alla Toscana, continuano a scoppiare bombe nel nome di questo detenuto per omicidio, che sognava di vivere in ”pace nelle capanne” e che alla fine ha combattuto una ”guerra ai palazzi” partendo da una canzone di Bob Marley» (’La Stampa” 8/5/2004).