Varie, 7 maggio 2004
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ENGLAND Lynndie Rana Fort Ashland (Stati Uniti) 8 novembre 1982. La soldatessa immortalata dalle foto nel carcere iracheno di Abu Ghraib mentre torturava i prigionieri • «Il suo viso minuto da ragazzina incorniciato dai capelli corti è diventato il simbolo dello scandalo di Abu Ghraib
ENGLAND Lynndie Rana Fort Ashland (Stati Uniti) 8 novembre 1982. La soldatessa immortalata dalle foto nel carcere iracheno di Abu Ghraib mentre torturava i prigionieri • «Il suo viso minuto da ragazzina incorniciato dai capelli corti è diventato il simbolo dello scandalo di Abu Ghraib. lei la soldatessa che in una delle prime foto choc mostrate dalla Cbs schernisce i prigionieri nudi in carcere puntando le dita che mimano una pistola contro i genitali di un detenuto. Ed è ancora lei la donna che trascina al guinzaglio un iracheno nudo in una delle [...] immagini diffuse dal Washington Post che documentano la quotidiana normalità delle torture nel carcere lager in Iraq. Nelle foto precedenti alla sua missione in Iraq la soldatessa ha il sorriso di una liceale senza pensieri. [...] Nata e cresciuta in una casa-roulotte vicino a Fort Ashby al confine fra la West Virginia e il Maryland. [...] Figlia di un operaio delle ferrovie Kenneth voleva studiare. Al liceo aveva ottimi voti e dopo la licenza presa alla Franklin High School di Ridgeley una carriera nell´esercito le era sembrata una buona strada per guadagnare i soldi per andare all´università. "Voleva girare il mondo" ha ricordato la madre Terrie intervistata da un giornale locale e così si era arruolata nella 372 compagnia di polizia militare. A 20 anni era già divorziata dopo un brevissimo matrimonio con un commesso di un supermercato. Chi la conosce parla di una ragazza indipendente e dura cresciuta in paese molto piccolo dove tutti si conoscono. Lavorava in una gelateria amava la natura e da piccola aveva una passione per i tornado ed i cicloni. Ora nell´esercito aveva incontrato Charles Graner. C´è anche lui il suo ragazzo nelle foto incriminate in piedi dietro alla piramide di prigionieri iracheni nudi. ”Una bravata”: così la madre di Lynndie ha cercato di spiegare quelle foto. ”E poi bisogna vedere che cosa fanno gli iracheni ai nostri ragazzi là”» (Alessia Manfredi ”la Repubblica” 7/5/2004). « di Fort Ashby venti chilometri dalla base di Cumberland. A casa nella roulotte dove Lynndie è cresciuta una sorella il papà ferroviere e il massimo della vita guardare passare le auto sullo stradone. Un paese con un solo semaforo. Nella roulotte ancora vive la madre Terrie in fondo a un vicolo cieco e sterrato oltre il saloon e la fattoria delle pecore. [...] Da Bagdad all’Indonesia tutti adesso la riconoscono. Sorriso sbarazzino e mano a pistola che punta al sesso di un prigioniero iracheno. Clic ecco Lynndie con la sigaretta appesa alle labbra davanti a una fila di prigionieri ancora quella mano a pistola verso un detenuto costretto a masturbarsi. Clic Lynndie è diventata la faccia stravolta dell’America l’America che ”gli americani non riconoscono” l’’America non americana” da cui ha preso le distanze il ministro Rumsfeld. [...] L’hanno già ribattezzata ”l’anti Jessica Lynch”. La cenerentola e la sorellastra. Entrambe del West Virginia. Ragazze qualunque travolte da un destino iracheno: Jessica l’eroina fatta prigioniera ferita forse violentata e poi liberata con un cinematografico blitz. Lynndie ”l’americana non americana” che dovrebbe finire davanti alla Corte Marziale[...] Un detenuto Haider Sabbar Abd ricorda il suo viso sorridente. ”Mi tolsero il sacco - ha raccontato al ”New York Times’ - e mi ordinarono di masturbarmi mentre guardavo quella soldatessa. Lei rideva mettendosi le mani al seno. Io rifiutai. Mi picchiarono. Finsi di fare quello che mi chiedevano» (Michele Farina ”Corriere della Sera” 7/5/2004). « diventata l’incarnazione del Male e della crudeltà finita sulla prima pagina di tutti i giornali del mondo vista e rivista in migliaia di reti televisive: con una sigaretta che le pende dalle labbra osserva compiaciuta una piramide di prigionieri iracheni sbattuti uno sopra l’altro nudi e incappucciati o ride accanto a un altro detenuto costretto a masturbarsi di fronte a lei. E poi come se tutto questo non bastasse [...] è venuta fuori un’altra foto dove c’è ancora lei che tiene al guinzaglio un iracheno come se fosse un cagnolino: foto che il ”Washington Post” per ”motivi di decenza” ha deciso di tagliare alla vita. [...] chi è mai questo Mostro? Lynndie Englad arriva da Fort Ashby piccolo paesino rurale del West Virginia che per ironia della sorte è a solo poche miglia di distanza da quello dov’è cresciuta Jessica Lynch. Sì proprio lei la soldatessa catturata dagli iracheni [...] - nei primi giorni della guerra - nei pressi di Nassirya e dopo la sua liberazione diventata simbolo di quella che gli americani [...] vedevano come una guerra giusta che avrebbe protetto il loro Paese dal pericolo del terrorismo e portato agli iracheni libertà e prosperità. Un anno dopo un’altra figlia del West Virginia 21 anni anche lei diventa invece simbolo di una guerra che ha preso tutt’altro corso. Ma se si va a vedere la biografia di Lynn come la chiamano in famiglia non si trovano turbe psichiatriche né problemi di altro tipo. Solo racconti di una vita molto molto normale. Il papà Kenneth lavorava nelle ferrovie. La mamma Terrie lavora saltuariamente. Lynn ha altre due sorelle e la domenica tutti assieme andavano in una Chiesa presbiteriana. Come tutti da queste parti il papà ogni tanto la portava a caccia ma lei sparava solo ai tacchini e si rifiutava di colpire i cervi. Si sa anche che il suo show preferito erano The X-files e che tra i suoi piaceri nella vita c’era quello di andare in bicicletta e l’estate fare il bagno in un vicino ruscello. Neppure alla Frankfort High School la sua scuola qualcuno ricorda episodi speciali. ”Non era particolarmente studiosa ma era una ragazza molto perbene e non ricordo di aver mai avuto problemi con lei” racconta Sandi Bradley una delle sue insegnanti. Se aveva un passione erano i tornado: invece di fuggire andava loro incontro per osservarli. Voleva fare la meteorologa Lynn ed è stato soprattutto per pagarsi gli studi che a 17 anni è entrata nelle riserve e poi l’anno successivo si è arruolata nell’esercito. Voleva studiare voleva girare il mondo. E quando [...] le è arrivato l’ordine di partire per l’Iraq non ha pensato a come avrebbe potuto finalmente sfogare ed esercitare il suo sadismo ma ha reagito in una forma molto più umana: ha pianto. ”Ha pianto per due ore” ricorda Destiny Goin la sua migliore amica. Sbarcata in Iraq è stata assegnata al carcere di Abu Ghraib dove il suo compito era quello di registrare e classificare i nuovi arrivati. Era orgogliosa di quello che faceva e in alcune foto mandate via e-mail alla famiglia e alle amiche la si vede sorridente a dorso di un cammello o assieme a un gattino che aveva adottato ed era diventato la sua mascotte. Ma la sera finito il suo turno spesso andava nel braccio A1 il corridoio dell’infamia dove tra gli altri compagni c’era anche Charles Garner il suo boy-friend che ride assieme a lei nelle foto della vergogna e che secondo alcune voci non confermate l’avrebbe anche messa incinta. Così lei adesso si ritrova al centro di una tempesta che ha creato un danno gravissimo e per molti irreparabile all’immagine del suo Paese» (Lorenzo Soria ”La Stampa” 7/5/2004). «Prima di farne il capro espiatorio del nostro disgusto bisognerebbe riflettere sullo smisurato potere di offesa e di disumanità che la guerra scarica addosso a piccole persone come Linndye. Rotelline di un pauroso ingranaggio di violenza pateticamente controllato da ipocriti ”codici d´onore” che bastano appena a simulare regole e dignità laddove la sola regola è la paura di morire e la necessità di far morire gli altri. Le guerre (tutte) sono decise da uomini di potere adulti molto responsabili e rispettati e fatte da ragazzini resi mezzo pazzi dal terrore. Gli sceicchi canuti e spiritati mandano a crepare adolescenti imbottiti di tritolo i ministri incravattati affidano il Nuovo Ordine Mondiale a ventenni cresciuti a pop-corn che non sanno neanche dove sono e perché ci stanno. Nelle orribili foto ricordo di Linndye si vede il guinzaglio che lei tiene in mano non si vede quello che l’ha trascinata in Iraq» (Michele Serra ”la Repubblica” 8/5/2004).