(Giovanni Pons, ཿla Repubblica 5/5/2004), 5 maggio 2004
"La Fiat in mano alle banche? Dopo le dichiarazioni di Alessandro Profumo non è più fantafinanza. A settembre 2005 l’ azionista di riferimento della casa automobilistica torinese avrà impressi i marchi di Sanpaolo Imi, Banca Intesa, Capitalia e Unicredit
"La Fiat in mano alle banche? Dopo le dichiarazioni di Alessandro Profumo non è più fantafinanza. A settembre 2005 l’ azionista di riferimento della casa automobilistica torinese avrà impressi i marchi di Sanpaolo Imi, Banca Intesa, Capitalia e Unicredit. Quanto peseranno? Con un puro esercizio accademico, si può calcolare quale sarebbe la quota Fiat in mano alle banche se la conversione avvenisse già oggi. I parametri in gioco sono due: 15,5 euro, cioè il prezzo di conversione previsto dal contratto; 6,2 euro che rappresenta la media del prezzo di mercato del titolo Fiat negli ultimi sei mesi. Trasformando 3 miliardi di crediti in azioni le banche avrebbero oggi il 25,6% della Fiat mentre la quota in possesso della famiglia Agnelli si ridurrebbe al 22,6%. Un sorpasso in piena regola, che carica sui bilanci delle banche il costo del risanamento Fiat. Se a ciò si aggiunge l’ aumento di capitale per 1 miliardo garantito dalle stesse banche un anno fa e il "portage" organizzato per la Fidis accollandosi 3,8 miliardi di debiti, ecco il costo della crisi Fiat per le banche e i loro azionisti".