Varie, 6 maggio 2004
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Vassilikos Vassilis
• Kavalla (Grecia) 18 novembre 1934. Scrittore • «Uomo grande e grosso con la pipa e la faccia simpatica, che parla benissimo l’italiano [...] Vassilis Vassilikos, ovvero Z, il grande romanzo della resistenza greca alla dittatura dei colonnelli, un libro [...] e un film (regista Costa Gavras) culto per le sinistre sessantottine europee. Vassilikos [...] “Esistono tanti ‘grechi’. C’è il greco ellenistico che si studiava a scuola e nessuno capiva. C’è il greco bizantino, il greco purista detto ‘kathareusa’, quello dei documenti ufficiali, delle leggi e dei codici di diritto, ma che nessuno parla. E poi c’è il greco popolare, il ‘demotico’ che tutti parlano, scrivono e capiscono. Non era facile risolvere in un testo scritto queste diverse dimensioni linguistiche perché tra loro c’è continuità [...] Quando io andavo a scuola si studiava in kathareusa che rispetto al demotico è veramente un’altra lingua. Le faccio degli esempi. Prendiamo la parola vino: a scuola, in kathareusa, si dice oînos /; ma a casa, in demotico, dicevamo krassí. Pane: ártos e psomí. Acqua: ydor e neró. [...] Per me scrivere Z è stato facile: da una parte c’erano i cattivi, i fascisti, dall’altra parte i buoni, noi, quelli di sinistra. Quando invece ho scritto K, la storia di uno scandalo finanziario tipo l’Ambrosiano, è stato più complicato, perché tutti erano imbroglioni e cattivi [...] quando si parla di letteratura e di Grecia immediatamente si pensa alla classicità. A scuola eravamo obbligati di studiare il greco antico. Che odiavamo. Adesso non si odiano più i classici perché si leggono in traduzione. Ma allora si leggevano nella lingua originale. Io per esempio da ragazzo sono stato costretto per due anni a studiare l’Antigone di Sofocle. Non ci capivo niente. Poi l’ho letta nella traduzione di Jean Anhouil e finalmente ho capito. Adesso a scuola i classici si studiano nella traduzione in greco moderno”» (Cesare Martinetti, “La Stampa” 6/5/2004).