la Repubblica, venerdì 5 marzo, 4 maggio 2004
Due passi e dalla curia si giunge in via san Vitale, all’Istituto per le scienze religiose, sofisticata filiazione dossettiana: «Bologna una volta faceva cultura, ora dissipa ma non crea, consuma ma non produce», si lamenta il deus ex machina, Giuseppe Alberigo
Due passi e dalla curia si giunge in via san Vitale, all’Istituto per le scienze religiose, sofisticata filiazione dossettiana: «Bologna una volta faceva cultura, ora dissipa ma non crea, consuma ma non produce», si lamenta il deus ex machina, Giuseppe Alberigo. «Dobbiamo appassionarci alla metropolitana?», chiede lievemente beffardo l’architetto Cervellati, che ha raggiunto il suo studio in Strada Maggiore. Guazzaloca la vuole sull’asse nord-sud, Cofferati sull’ovest-est, come la via Emilia: «La realtà è che è inutile rincorrere soluzioni premoderne come il metrò, che non sono in grado di integrare gli interessi in funzione di un progetto urbano complessivo. La metropolitana fallirà il suo scopo e l’unico risultato sarà di aumentare il traffico auto». Buttiamola in politica, dunque. Prodi con Cofferati, «candidatura degnissima», Casini con il Guazza. Ma c’è tutta un’area trasversale, l’ironicamente detta ”Prodi-Casini”, la borghesia centrista che si era fatta sedurre da Guazzaloca. E adesso? Da che parte stanno i manager come Alberto Clô e Piero Gnudi? L’economia, l’industria? Anche nel centro politico il traffico è convulso. Dopo avere percorso in 40 giorni 300 chilometri per Bologna, incontrando 25 mila cittadini e 150 associazioni, battuto bocciofile, quartieri, e polisportive, dopo accurate ricognizioni nell’area del postsocialismo edilizio come il Pilastro, dopo avere visto anziani, partigiani, iscritti di base, sindacalisti, antagonisti, insomma tutta l’area della sinistra bolognese classica, il Cinese è passato alla fase due: incontri nelle case di professionisti, faccia a faccia con la Bologna opulenta («Indicherà la squadra, dottor Cofferati?». No che non la indicherà, soltanto il vicesindaco, probabilmente Vittorio Prodi, e chi vuol capire capisca: «Perché Bologna, con l’incontro fra centro, sinistra e società civile, anticipa lo schema nazionale»). Salotti che si aprono al brivido progressista. Inviti diramati in segreto. Curiosità, diffidenze. Anche problemi di circolazione, per evitare incontri imbarazzanti fra le due Bologne. Perché sotto sotto, dietro le apparenze e le convenienze, si voterà il Cinese per una scelta politica, e il Guazza pure. Poche storie, poche ipocrisie. Gli incerti se svoltare a destra o a sinistra, nel traffico di Bologna, fra poco saranno una categoria residuale. Edmondo Berselli