Il Sole-24 Ore, giovedì 4 marzo, 4 maggio 2004
Oppure bisogna andarsele a cercare all’estero, possibilmente non troppo distante da casa. Così si spiega il grande attivismo mostrato negli ultimi anni sul mercato internazionale dalle Tre Sorelle cinesi, che sono state protagoniste di uno shopping selvaggio sia di diritti di esplorazione che di giacimenti già a regime
Oppure bisogna andarsele a cercare all’estero, possibilmente non troppo distante da casa. Così si spiega il grande attivismo mostrato negli ultimi anni sul mercato internazionale dalle Tre Sorelle cinesi, che sono state protagoniste di uno shopping selvaggio sia di diritti di esplorazione che di giacimenti già a regime. E che al tempo stesso hanno messo in piedi una serie di accordi finalizzata a creare una rete di pipeline avente come centro di gravitazione proprio la Cina. Ciò significa estrarre gas naturale in Australia e in Indonesia, liquefarlo e trasportarlo sotto forma di Lng ai terminali del Guangdong e del Fujian per poi da qui convogliarlo nel resto del Paese tramite gasdotti. Oppure, realizzare delle joint venture nella vicina Russia o nelle Repubbliche Centro Asiatiche per costruire nuove pipeline che dovrebbero servire a trasportare gas e petrolio nel cuore dei centri urbani e industriali cinesi.