Il Sole-24 Ore, giovedì 4 marzo, 4 maggio 2004
Il Sole-24 Ore, giovedì 4 marzo Se il Club di Roma esistesse ancora, oggi molto probabilmente sentenzierebbe che il pianeta ha i giorni contati
Il Sole-24 Ore, giovedì 4 marzo Se il Club di Roma esistesse ancora, oggi molto probabilmente sentenzierebbe che il pianeta ha i giorni contati. Sarebbe difficile, infatti, per coloro che trent’anni fa, subito dopo la crisi petrolifera del 1973, elaborarono la teoria dei ”limiti fisici allo sviluppo”, pensare che ci sia un Paese che ogni anno, aumenta di un tasso a due cifre la propria domanda di energia. Se poi questo Paese è la Cina, il modello è destinato ad andare sicuramente in tilt. D’altronde, per costruire infrastrutture a più non posso, sviluppare un mercato domestico da centinaia di milioni di teste, decidere di diventare la piattaforma industriale del mondo intero, e vendere automobili come se fossero noccioline, bisogna bruciare energia. Tanta energia, molta più di quanta il Celeste Impero sia in grado di produrre con le proprie risorse naturali. Ecco perché, da quando Pechino ha imboccato il sentiero della crescita, la bilancia energetica mondiale è cambiata drasticamente. «Questa fame di energia ha scatenato una vera e propria corsa all’oro; Shell che investe 2,5 miliardi di dollari nel mezzo del Paese per cercare nuovi pozzi di petrolio dimostra che per i grandi dell’energia la Cina è un’ambiziosa scommessa da tentare a tutti i costi, anche se l’esito appare oggi ancora molto incerto», spiega Alain Sepulchre, ricercatore del ”Centre d’Etudes Francais sur la China contemporaine”.