varie, 4 maggio 2004
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BREYER P-ORRIDGE Genesis. (Neil Megson) Manchester (Gran Bretagna) il 22 febbraio 1950. Artista • «Un artista che, per esibire l’ultima creazione, si leva la maglietta e fa apparire due seni rigogliosi, è decisamente inconsueto
BREYER P-ORRIDGE Genesis. (Neil Megson) Manchester (Gran Bretagna) il 22 febbraio 1950. Artista • «Un artista che, per esibire l’ultima creazione, si leva la maglietta e fa apparire due seni rigogliosi, è decisamente inconsueto. Specie se si tratta di un artista maschio, e se la nuova opera consiste nel suo fondersi con la moglie, in modo da ”diventare indistinguibili, una cosa sola”. Passato attraverso il tavolo operatorio di un chirurgo estetico, sempre sotto l’occhio attento di una macchina fotografica, il progetto è ora un libro e uno show itinerante dal medesimo titolo: Painful but fabulous, Doloroso ma favoloso. [...] il ”Financial Times” gli ha dedicato l’apertura della sua raffinata sezione culturale. Naturalmente c’è chi grida allo scandalo, chi scoppia a ridere, e chi si chiede: ma è arte? Come succede più o meno puntualmente da un paio di decenni [...] Scandalizzare, infatti, è sempre stato il suo obiettivo, da quando nel 1976 lanciò la sua prima esibizione all’Institute of Contemporary Arts di Londra con un collage di tamponi usati della sua fidanzata dell’epoca, una certa ”Cosey Fanni Tutti”. Dall’arte d’avanguardia alla musica, Genesis è uno specialista delle controversie: una volta un deputato conservatore lo definì ”la rovina delle civiltà”, la stampa nazionale lo denunciò come ”l’uomo più pericoloso della Gran Bretagna”, e tra accuse di pedofilia e cannibalismo (poi risultate false) Scotland Yard gli consigliò di lasciare il paese per non farvi più ritorno. Eppure, dopo un decennio trascorso negli Usa (a Brooklyn), l’uomo (o la donna) che aspirava a essere ”l’Andy Warhol d’Inghilterra” è tornato in patria, e ad applaudirlo c’è perfino il ”Financial Times”, bibbia del capitalismo più che della pop art. Orgoglioso del seno prosperoso, e dei nuovi lineamenti, Genesis dice: ”Come coppia, io e mia moglie volevamo sentirci più uniti, così nel decimo anniversario del nostro matrimonio siamo andati a farci impiantare entrambi un seno artificiale della stessa misura. Avevamo già la stesso numero di scarpe, adesso possiamo condividere anche la biancheria intima”. In Doloroso ma favoloso, l’artista compare nei panni di un guru dalla testa rapata, di un rockettaro psichedelico, di una casalinga della middle-class, di un leader fascista, del bruto in bombetta di Arancia meccanica, e di svariati altri personaggi. E poi ci sono le immagini degli interventi chirurgici che lo hanno reso il sosia della moglie. ”Quando mi guardo allo specchio”, confessa Genesis, ”mi chiedo dove diavolo è finito Neil Megson, il ragazzino che ero un tempo”» (Enrico Franceschini, ”la Repubblica” 4/5/2004).