la Repubblica, giovedi 26 febbraio, 3 maggio 2004
No, gli annunci di tempesta sono altri. Il riaffacciarsi delle contrapposizioni ideologiche, e il fatto che i due schieramenti politici stiano conducendo buona parte della campagna elettorale proprio sul terreno dei nazionalismi
No, gli annunci di tempesta sono altri. Il riaffacciarsi delle contrapposizioni ideologiche, e il fatto che i due schieramenti politici stiano conducendo buona parte della campagna elettorale proprio sul terreno dei nazionalismi. I popolari sbandierando il pericolo della disgregazione, ed ergendosi a soli garanti dell’unità spagnola. E i socialisti tentando, con lo slogan dell’’Espana plural”, con uno zoppicante progetto di riforma costituzionale in senso federalista, di pescare voti nelle regioni dove più arde la febbre del separatismo. questo, se non mi sbaglio, quel che Pérez-Dìaz intendeva per «giocare col fuoco». Certo, le campagne elettorali arroventano ogni clima politico. Tra qualche mese, archiviato l’esito delle elezioni, tutto potrebbe rientrare nella normalità. Ma ripeto: non avevo mai trovato la politica spagnola, da molti anni a questa parte, così perturbata e vociante. Così incapace di tornare a dibattere con la misura, la razionalità, il pragmatismo che ci avevano indotti a parlare d’una ”lezione spagnola”. Sandro Viola