Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  maggio 03 Lunedì calendario

«Il fatto», continua Pérez-Dìaz, «è che con le elezioni regionali del novembre scorso in Catalogna, e la formazione d’un governo delle sinistre (socialisti, repubblicani e verdi), il quadro s’è improvvisamente intorbidato anche a Barcellona

«Il fatto», continua Pérez-Dìaz, «è che con le elezioni regionali del novembre scorso in Catalogna, e la formazione d’un governo delle sinistre (socialisti, repubblicani e verdi), il quadro s’è improvvisamente intorbidato anche a Barcellona. Non solo Luis Carod-Rovida, leader del secondo partito nel governo catalano, Sinistra repubblicana, ha incontrato i terroristi dell’Eta: ma quando polemizza con Madrid, lo fa al grido di ”No pasaran”. Il leader socialista, Pasqual Maragall, parla anche lui di 1936. Nelle manifestazioni contro la guerra in Iraq si sono riviste dopo quasi settant’anni le bandiere della Repubblica, e sono risuonati i vecchi slogan sulle ”due Spagne”. Insomma, c’è gente che sta giocando col fuoco: e questo è qualcosa di nuovo, d’imprevisto».