la Repubblica, giovedi 26 febbraio, 3 maggio 2004
«Il fatto», continua Pérez-Dìaz, «è che con le elezioni regionali del novembre scorso in Catalogna, e la formazione d’un governo delle sinistre (socialisti, repubblicani e verdi), il quadro s’è improvvisamente intorbidato anche a Barcellona
«Il fatto», continua Pérez-Dìaz, «è che con le elezioni regionali del novembre scorso in Catalogna, e la formazione d’un governo delle sinistre (socialisti, repubblicani e verdi), il quadro s’è improvvisamente intorbidato anche a Barcellona. Non solo Luis Carod-Rovida, leader del secondo partito nel governo catalano, Sinistra repubblicana, ha incontrato i terroristi dell’Eta: ma quando polemizza con Madrid, lo fa al grido di ”No pasaran”. Il leader socialista, Pasqual Maragall, parla anche lui di 1936. Nelle manifestazioni contro la guerra in Iraq si sono riviste dopo quasi settant’anni le bandiere della Repubblica, e sono risuonati i vecchi slogan sulle ”due Spagne”. Insomma, c’è gente che sta giocando col fuoco: e questo è qualcosa di nuovo, d’imprevisto».