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 2004  maggio 03 Lunedì calendario

La Stampa, mercoledì 10 marzo Quale cittadino europeo si sognerebbe oggi di chiedere allo Stato un aiuto economico per la soddisfazione dei propri istinti, diciamo così, primari? è successo in Germania, dove un uomo di trentacinque anni, residente nella provincia bavarese di Franconia, ha fatto causa allo Stato tedesco per ottenere il diritto, come si legge nella richiesta depositata in tribunale, «a visitare il bordello locale quattro volte al mese, a possedere una bambola gonfiabile, e ad affittare otto video pornografici ogni trenta giorni»

La Stampa, mercoledì 10 marzo Quale cittadino europeo si sognerebbe oggi di chiedere allo Stato un aiuto economico per la soddisfazione dei propri istinti, diciamo così, primari? è successo in Germania, dove un uomo di trentacinque anni, residente nella provincia bavarese di Franconia, ha fatto causa allo Stato tedesco per ottenere il diritto, come si legge nella richiesta depositata in tribunale, «a visitare il bordello locale quattro volte al mese, a possedere una bambola gonfiabile, e ad affittare otto video pornografici ogni trenta giorni». Il tutto a spese dello Stato, «inclusi i costi del trasporto da casa alla videoteca», per un totale di 2.500 euro all’anno. I giudici del tribunale di Ansbach, chiamati a decidere sulla questione, hanno respinto la richiesta sostenendo che «le spese legate a esigenze sessuali devono essere coperte dai 287 euro mensili che il richiedente già percepisce come sussidio sociale», oltre all’alloggio, in quanto disoccupato. «è un’ingiustizia – ha commentato l’uomo in aula dopo aver appreso della sentenza – ci sono delle cose di cui un uomo ha bisogno per mantenere un buon equilibrio psicofisico». Sua moglie è una ragazza thailandese, che da poco gli ha dato un figlio e che non ha i soldi per pagare un biglietto aereo per la Germania. «Dunque o lo Stato mi dà i soldi per pagare a mia moglie e a mio figlio il viaggio di ritorno, oppure si faccia carico in altro modo della mia solitudine», sostiene il giovane disoccupato. Una causa contro il ministero degli Esteri tedesco, che non si vuole far carico dei biglietti aerei, è già stata rivolta al tribunale di Berlino, ma la sentenza pronunciata dai giudici di Ansbach lascia pensare che lo stato sociale tedesco, pur molto materno e comprensivo, questa volta non si lascerà commuovere. Non che la cosa non sia costata nulla: le spese legali e la difesa d’ufficio sono state sostenute dallo Stato. Lo stesso che dovrebbe risolvere il problema della disoccupazione e fronteggiare la crisi di fiducia dei cittadini. Lo stesso che Gerhard Schroeder vorrebbe a tutti i costi riformare. Se i tedeschi glielo permetteranno. Francesca Sforza