La Stampa, venerdì 12 marzo, 3 maggio 2004
Di recente quelle serate di Miss Padania sono andate in onda anche su RaiDue, con tanto di coro del Nabucco, e ancora una volta lui si è portato la mano sul petto
Di recente quelle serate di Miss Padania sono andate in onda anche su RaiDue, con tanto di coro del Nabucco, e ancora una volta lui si è portato la mano sul petto. Bossi è Bossi, anche malato. Sarà interessante, oggi, dare un’occhiata alla ”Padania”. Quando compie gli anni il quotidiano della Lega gli riserva due tre pagine di auguri. I cuori semplici gli dedicano poesie, ispiratissime dediche, «Tu, che come aquila voli...». Una signora, che poi era la giornalista che curava quelle pagine della posta, confessò di non aver saputo resistere a un comizio, e di essere scoppiata a piangere. Un’altra militante gli attribuì poteri meteorologici: quando c’era lui veniva il sole. Un altro lettore, ancora, paragonò Bossi a Gesù Cristo. Ne seguì qualche polemica, doverosamente. Ma lui non ha mai scoraggiato questo tipo di afflati. Dal mondo dei suoi fedeli, d’altra parte, sembra che arrivassero gli auguri anche quando non era il suo compleanno. Nessun altro ha offerto così tanto da scrivere ai giornalisti. Nessun altro si è tirato appresso un’umanità così composita e pittoresca, la prima moglie cui fece credere di essere dottore (con festeggiamenti); la sorella e il cognato, con i quali ebbe terribili liti; il vecchio portavoce, Rossi, un ex giornalista dc che gli scriveva i discorsi e con cui pure, alla fine, ebbe a rompere; e tanti altri amici divenuti nemici, a volte di colpo. Mentre i nemici, come Berlusconi, divenivano alleati e magari saldavano anche i debiti alla Lega. E verrebbe da dire che è un mondo assurdo, quello di Bossi, quando invece è solo politica. La sua.