La Stampa, venerdì 12 marzo, 3 maggio 2004
Quanti ricordi buffi, anche, e grotteschi. Le sparate insurrezionali bergamasche; le falloforie contro la povera Boniver («Ah, bonassa!»); la proposta di macellare sul posto la mucca Ercolina, per farne bistecche
Quanti ricordi buffi, anche, e grotteschi. Le sparate insurrezionali bergamasche; le falloforie contro la povera Boniver («Ah, bonassa!»); la proposta di macellare sul posto la mucca Ercolina, per farne bistecche. Spezzoni di tg, di ”Porta a porta” e di altri talk-show. In canotta «popolana», su una spiaggia della Sardegna, mentre con un bastoncino disegna strani piani, stranissimi geroglifici sulla sabbia. E poi nel parco di Arcore, con Berlusconi che lo chiama «Umbertone» e gli mette la mano sulla spalla. E scherzano, i due, su un certo pigiama. Esagerato, grossolano, efficacissimo: le virtù politiche di questo tempo. Dice: non gli ha retto il cuore. Ma mica faceva una vita normale, Bossi. Chilometri e chilometri in giro per la Lombardia, da anni. Curve su curve, incroci, cunette, rettilinei e colpi di sonno; auto scalcagnate, autisti ciarlieri e un po’ maneschi, comizi nei bar di paesi spersi per le Prealpi, vetri appannati, misere cene, pizza, cedrata e telefoni cellulari. I bollettini medici, adesso. Il va e vieni degli amici. Ma anche questa immagine sfuma nei ricordi più strambi. Anni orsono al concorso di Miss Padania la reginetta designata, Miss Camicia Verde, gli offrì il seno per l’autografo. Dopo la firma lui se ne stava lì in piedi, a braccia incrociate, con l’aria un po’ sorniona di chi sa che tutto, ormai, fa brodo, ma altre sono le cose che contano, la sua missione storica, l’energia che muove dal basso, dal popolo...