Il Sole-24 Ore, mercoledì 10 marzo, 3 maggio 2004
Modelli di sviluppo. In India sanno che la perdita di posti di lavoro in Occidente è un problema. Ma Karnik chiama in causa le stesse aziende occidentali, che quei posti di lavoro esportano: «A proposito dell’outsourcing, vorrei essere molto chiaro: non è un problema politico, ma l’effetto di un modello di sviluppo che le aziende americane seguono da almeno trenta o quarant’anni
Modelli di sviluppo. In India sanno che la perdita di posti di lavoro in Occidente è un problema. Ma Karnik chiama in causa le stesse aziende occidentali, che quei posti di lavoro esportano: «A proposito dell’outsourcing, vorrei essere molto chiaro: non è un problema politico, ma l’effetto di un modello di sviluppo che le aziende americane seguono da almeno trenta o quarant’anni. Prima appaltavano all’esterno la mensa, o la sicurezza; poi sono arrivate attività a maggior valore aggiunto. Adesso, grazie alla tecnologia, possono ”spedire” i posti di lavoro molto più lontano - ma questa è l’unica differenza». La soluzione? «Noi non abbiamo una risposta. Possiamo solo dire ai disoccupati che le imprese che li licenziano hanno il dovere di investire almeno parte dei soldi risparmiati attraverso l’outsourcing, per il loro addestramento e la loro riconversione». Un’opinione, questa, condivisa da Carly Fiorina - presidente della Hewlett-Packard, che in un recente articolo sul ”Wall Street Journal” ha invitato i connazionali a essere «creativi, non protezionisti». Quella della manager, peraltro, è una delle poche voci che si levano negli Stati Uniti a difesa della libera circolazione dei posti di lavoro - in un periodo in cui le grandi corporation, prese di mira da dipendenti e politici, adottano un profilo bassissimo.