Il Sole-24 Ore, mercoledì 10 marzo, 3 maggio 2004
La tempesta, per ora, è ancora a forza dieci. Basta dare un’occhiata al sito nojobsforindia.com: lista di proscrizione delle aziende che esportano occupazione; rubrica «I fallimenti dell’outsourcing»; allarmi di ogni tipo, da «Il vostro conto in banca in mani straniere» a «Quanto ci metteranno i terroristi a trovare queste informazioni?»
La tempesta, per ora, è ancora a forza dieci. Basta dare un’occhiata al sito nojobsforindia.com: lista di proscrizione delle aziende che esportano occupazione; rubrica «I fallimenti dell’outsourcing»; allarmi di ogni tipo, da «Il vostro conto in banca in mani straniere» a «Quanto ci metteranno i terroristi a trovare queste informazioni?». Non mancano, d’altra parte, statistiche e studi a sostegno dei timori americani. Secondo il Gartner Group, un posto di lavoro americano su dieci nei settori high-tech emigrerà entro la fine di quest’anno; per la Forrester, ”partiranno” oltre tre milioni di posti in 15 anni. E il crescente malcontento si è già tradotto in una misura concreta: il Senato ha approvato la settimana scorsa una legge volta a impedire agli enti pubblici di appaltare attività all’estero. Karnik non si scompone. «Guardi, ne abbiamo parlato in qualche conversazione informale. E ho fatto ai politici americani un discorso semplice: se volete appaltare quelle attività negli Usa, spenderete il quadruplo. Quindi, dovrete aumentare le tasse per mantenere lo stesso livello di servizi; oppure tagliare i servizi. In entrambi i casi, non so se i vostri elettori saranno contenti».