Il Sole-24 Ore, mercoledì 10 marzo, 3 maggio 2004
Il Sole-24 Ore, mercoledì 10 marzo Delhi. Vista da qui, la fuga dei posti di lavoro ha una faccia diversa
Il Sole-24 Ore, mercoledì 10 marzo Delhi. Vista da qui, la fuga dei posti di lavoro ha una faccia diversa. Quella degli 800mila programmatori che hanno già trovato occupazione nelle aziende locali high-tech o nelle filiali dei colossi occidentali. Quella degli impiegati dei call center, che guadagnando metà dei loro colleghi occidentali sono ricchi in India. E soprattutto quella di chi conta sui loro stipendi per uscire da una povertà secolare. Per questo a Delhi sono preoccupati dalle polemiche pre-elettorali americane; con il candidato democratico alle elezioni presidenziali, Kerry, che si scaglia contro le aziende che esportano posti di lavoro - e l’amministrazione Bush che nel tentativo di battere i rivali sta facendo pressioni sul governo indiano per ottenere aperture commerciali a compenso dei posti di lavoro emigrati. Come sembrano lontani in tempi in cui - poco più di dieci anni fa - erano proprio i politici di Delhi a lanciare l’allarme sul fatto che la globalizzazione avrebbe sottratto al Paese posti di lavoro! Il ciclone. Kiran Karnik è amministratore delegato della Nasscom, la lobby indiana delle aziende di software e servizi informatici. Gestisce in prima persona i contatti con il governo indiano da un lato, con quelli stranieri dall’altro. Sfodera la massima diplomazia: loda per esempio il governo di Londra, che - dice - finora si è rifiutato di cavalcare le proteste. E per quanto riguarda gli Usa, a Delhi si guarda con fiducia alla scadenza elettorale di novembre: passate le elezioni Usa, è la tesi, passerà anche la tempesta.