la Repubblica, mercoledì 10 marzo, 3 maggio 2004
Adesso anche il Congresso e il Senato di Washington si muovono. Defending American Jobs Act, United States Workers Protection Act, Usa Jobs Protection, Jobs for America Act: sono i titoli delle misure che affollano il calendario dei lavori parlamentari
Adesso anche il Congresso e il Senato di Washington si muovono. Defending American Jobs Act, United States Workers Protection Act, Usa Jobs Protection, Jobs for America Act: sono i titoli delle misure che affollano il calendario dei lavori parlamentari. Il Senato ne ha approvato una durissima la scorsa settimana: esclude dalle commesse pubbliche tutte le aziende che abbiano delocalizzato - anche solo 50 posti di lavoro - negli ultimi cinque anni; sono colpite imprese dal milione di dollari di fatturato in su, cioè anche le piccole e medie. Una norma analoga abbassa la soglia a 15 posti di lavoro. Porta firme importanti: John Kerry, Ted Kennedy, Hillary Clinton, John Edwards. I capi delle multinazionali reagiscono sdegnati, denunciano la tentazione protezionista come una follia: «Aprite gli occhi - avverte Carly Fiorina, la chief executive di Hewlett Packard - nel mondo di oggi nessun posto di lavoro appartiene all’America per diritto divino». Ma perfino la sua California è impaurita, e in un anno di elezioni presidenziali tutto può accadere. Federico Rampini