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 2004  aprile 20 Martedì calendario

Marco Iacoboni dell’Istituto Neuropsichiatrico della University of California di Los Angeles è convinto d’aver dimostrato che gli spot elettorali colpiscono parti diverse del cervello a seconda delle simpatie politiche del soggetto

Marco Iacoboni dell’Istituto Neuropsichiatrico della University of California di Los Angeles è convinto d’aver dimostrato che gli spot elettorali colpiscono parti diverse del cervello a seconda delle simpatie politiche del soggetto. Lo scienziato ha infilato un gruppo di elettori dentro un apparecchio a risonanza magnetica per spiare le reazioni dei loro cervelli alla vista di foto e spot del presidente George W. Bush e del suo rivale democratico John Kerry. Risultato: la visione di uno spot repubblicano dove il presidente fa ampio uso delle immagini dell’11 settembre ha provocato in John Graham, simpatizzante democratico, un’attivazione della zona del cervello che viene chiamata in causa abitualmente in situazioni di minaccia o pericolo. Graham: «Sono rimasto veramente colpito dallo sfruttamento politico che Bush sta cercando di ottenere dalla strage delle Torri Gemelle». Secondo Iacoboni, «i demcratici vedono la vicenda dell’11 settembre come un’arma impugnata da Bush per essere rieletto e questa situazione viene percepita, dal loro cervello, come una minaccia». La ricerca ha mostrato anche risposte diverse alla vista delle immagini dei candidati: i cervelli dei repubblicani hanno mostrato reazioni emotive alla foto di Bush e una maggiore attività della parte razionale del cervello alla foto di Kerry. Analaoga la reazione dei democratici, con risultati invertiti. Tom Freedman, stratega della campagna elettorale di Bill Clinton nel ’96: «Questi esperimenti ci auiuteranno a porre un po’ più di scienza nella politica, spesso basata su metodi primitivi».