Susanna Jacona Salafia, "diario" 23/4/2004 pagina 76., 23 aprile 2004
Dopo due anni di lavoro, il "Working group on Human remains", commissione formata da 24 esperti museali, antropologi ed etnologi nominati dal governo britannico, ha stabilito quanti resti umani sono sparsi in giro per i musei del Commonwealth: sarebbero 60mila, appartenenti a circa 15 mila indigeni, in parte aborigeni australiani, ma anche di tribù native nordamericane, Maori neozelandesi ed etnie delle Hawai
Dopo due anni di lavoro, il "Working group on Human remains", commissione formata da 24 esperti museali, antropologi ed etnologi nominati dal governo britannico, ha stabilito quanti resti umani sono sparsi in giro per i musei del Commonwealth: sarebbero 60mila, appartenenti a circa 15 mila indigeni, in parte aborigeni australiani, ma anche di tribù native nordamericane, Maori neozelandesi ed etnie delle Hawai. Non si tratta però di resto di uomini primitivi, visto che molti hanno nome e cognome e risalgono al XIX secolo. Sembra infatti che fosse abitudine rubare le spoglie che secondo il rito aborigeno venivano sepolte nella foresta sotto un albero con su intagliato il nome del defunto. A compiere la profanazione colonialisti ed esploratori che poi rivendevano la merce a musei o istituti.