Il Secolo d’Italia 25 aprile 1953 9. Il ཿSecolo d’Italia inizia le pubblicazioni il 16 maggio 1952 (per un mese si chiama solo ཿIl Secolo)., 25 aprile 1953
le spoglie del morto ’Il Secolo d’Italia”, 25 aprile 1953 Fedele alla sua tattica compromissoria, la Democrazia Cristiana minimizza come Governo la festa partigiana del 25 aprile, incaricando il Sottosegretario Bubbio di rispondere con un fine di non ricevere alle proteste socialcomuniste; ma al tempo stesso sfrutta la ricorrenza come partito, incaricando il Ministro dell’Interno di aprire in Roma la campagna elettorale in coincidenza del 25 aprile
le spoglie del morto ’Il Secolo d’Italia”, 25 aprile 1953 Fedele alla sua tattica compromissoria, la Democrazia Cristiana minimizza come Governo la festa partigiana del 25 aprile, incaricando il Sottosegretario Bubbio di rispondere con un fine di non ricevere alle proteste socialcomuniste; ma al tempo stesso sfrutta la ricorrenza come partito, incaricando il Ministro dell’Interno di aprire in Roma la campagna elettorale in coincidenza del 25 aprile. In questo apparente contrasto c’è tutta la Democrazia Cristiana, c’è tutta la politica del quinquennio. Ciellenista10 nell’animo , la DC si è accorta che, soprattutto in talune regioni d’Italia, il ciellenismo non rappresenta più una fruttuosa speculazione politica, e s’è tirata prudentemente indietro, dissociando il suo nome dalle manifestazioni tipicamente partigiane; ma non ha voluto né saputo staccarsene del tutto, sia perché quello è il suo vero volto, sia perché, avida di voti, essa pretende coprire tutta la gamma delle colorazioni politiche, e nel momento in cui si finge pietosa e pacificatrice con l’ex-Milite, ostenta i galloni conquistati sui campi arrossati dalle stragi fratricide. Noi siamo lieti che proprio Scelba11 apra in Roma la campagna elettorale governativa, oggi 25 aprile. è una preziosa indicazione politica. è una individuazione personale. è la conferma di tutte le nostre tesi polemiche nei confronti dell’uomo e delle sue responsabilità di Ministro. Scelba è stato sempre il Ministro del 25 aprile. Avrebbe potuto non esserlo, siciliano di origine, non mescolato a vicende politiche drammatiche e tanto meno a vicende guerresche, uomo politico pressoché ignoto fino al dopoguerra, professionista mediocre e modesto, era nelle migliori condizioni per prendere posto nella battaglia con la serenità e il distacco dell’Homo novus. Ha preferito tirarsi appresso e addosso, fin da principio, il pesante bagaglio del 25 aprile, i rancori partigiani, il fiato grave della guerra civile, le smanie persecutorie, le bili faziose, le dissennate furie. Poteva edificare le sue fortune politiche sulla pacificazione, quale solida premessa per una verace lotta antisovversiva. Poteva, quale Ministro dell’Interno rendersi benemerito verso il Paese, promuovendo la solidarietà di tutte le sane energie per la restaurazione e la difesa dell’ordine pubblico. Ha preferito rendersi benemerito verso la Democrazia Cristiana. Passerà alle cronache come il Ministro dell’Interno del 25 aprile, come il Ministro dell’Interno che, a otto anni di distanza da quel 25 aprile rifiuta ancora di restituire a quella famiglia le spoglie di quel Morto. Ma la nostra polemica anti-25 aprile non si esaurisce nella modesta persona di Mario Scelba. Va oltre e investe, fin dalle fondamenta, tutto l’edificio liberatorio. Un edificio ormai fatiscente. Doveva essere una rivoluzione, volle sembrare una insurrezione, fu appena una carneficina (...) Spogliato dai suoi occasionali orpelli, il 25 aprile appare ormai a tutti gli Italiani, compresi quelli tra i nostri avversari politici che sono in buona fede, come una data che, nel comune interesse, sarebbe bene dimenticare. Noi abbiamo infinite volte dato la prova di sapere e di voler dimenticare. Abbiamo detto - e ripetiamo - che un 25 aprile alla rovescia, che una festa degli assassinati sostituita a quella degli assassini, non è nei nostri disegni politici, e neppure nei nostri sogni. I nostri Morti chiedono pace e predicano pace. I nostri sopravvissuti chiedono giustizia e lavoro, predicano Patria. Il Governo, invece, non vuole che gli Italiani dimentichino. Il 25 aprile gli piace, così com’è, con questo spaventoso odore di sangue che si trascina appresso; con la inevitabile consonanza delle celebrazioni comuniste e di quelle democristiane. Giorgio Almirante 10. Riferito al C.L.N. cioè Comitato di Liberazione Nazionale, costituito dai sei partiti antifascisti(Partito comunista, Democrazia cristiana, Partito socialista di unità proletaria, Partito liberale, Partito d’Azione e Democrazia del lavoro). 11. Mario Scelba (1901-1991) fu Ministro dell’Interno dal 1947 al 1953.