L’Unità 25 aprile 1946, 25 aprile 1946
la lotta, il sangue, i sacrifici ’l’Unità”, 25 aprile 1946 Un anno fa l’insurrezione nazionale giungeva al suo epilogo ed al suo trionfo
la lotta, il sangue, i sacrifici ’l’Unità”, 25 aprile 1946 Un anno fa l’insurrezione nazionale giungeva al suo epilogo ed al suo trionfo. Il 25 aprile segnava il punto culminante della lotta armata e nello stesso tempo l’inizio d’una nuova fase nella vita e nella storia d’Italia. La fase della ricostruzione della Repubblica e della Costitutuente. Il 25 aprile segnava la sconfitta clamorosa della vecchia classe dirigente, di quelle forze reazionarie che avevano aperta la strada al fascismo, che avevano tradito il nostro popolo mettendosi al servizio dell’imperialismo tedesco, che avevano portato al disastro ed alla rovina il Paese. Il 25 aprile segnava pure il destino del complice principale di tutti i delitti del fascismo: la monarchia (...) Si è tentato e si tenta di negare la resistenza italiana o di presentarla come il prodotto della propaganda e dell’oro straniero. è la stessa opera di tradimento degli interessi nazionali che continua. Che continua per opera di quegli stessi che, abituati a servire lo straniero, ieri il tedesco, oggi un altro imperialismo, non possono concepire un’Italia democratica, libera e indipendente (...) Al tavolo della pace ciò che conta non sono né le lacrime, né le grida isteriche, né le declamazioni retoriche. La sola cosa concreta che può contare è il contributo di lotta, di sangue e di sacrifici dato dal nostro popolo per la sconfitta del nazismo e del fascismo, per affrontare la vittoria delle Nazioni Unite. Se c’è qualcuno che ha veramente difeso con le unghie e coi denti l’italianità di Trieste6 questi sono i nostri partigiani, i gapisti, i sapisti, i combattenti tutti della Guerra di Liberazione. Sono gli antifascisti, sono gli operai, i contadini, i migliori intellettuali italiani, sono i patrioti di ogni corrente politica, sono i garibaldini delle 150 Brigate d’assalto guidate da Luigi Longo che hanno versato il loro sangue perché non solo Trieste, ma tutte le altre città italiane, da Venezia a Palermo restassero italiane e fossero riconquistate alla libertà. I naturali confini del nostro Paese non si difendono oggi con le chiacchiere, sono stati difesi con le armi dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 dai partigiani, dai combattenti delle formazioni regolari dell’esercito italiano che hanno fiancheggiato le forze degli Alleati da Napoli a Milano, dai patrioti di ogni fede politica che si sono battuti in ogni contrada d’Italia. Con la sua epica lotta e col suo sacrificio il popolo italiano non salvava solo le industrie del Nord7, tanta parte del patrimonio umano e materiale del nostro Paese, ma soprattutto riscattava sé stesso. Dimostrava al mondo di voler separare a qualunque costo la sua responsabilità dai delitti e dalle infamie del fascismo, dimostrava al mondo di sapersi battere, nelle condizioni le più dure e le più difficili, per la libertà. L’unità e l’indipendenza del nostro Paese, gravemente compromesse dal fascismo e dalla monarchia, sono state salvate dalla insurrezione popolare che ha avuto il suo epilogo il 25 aprile 1945. Tutto ciò che sarà possibile salvare, tutto ciò che all’Italia sarà riconosciuto, lo sarà per merito esclusivo della guerra di liberazione nazionale, alla quale il Partito Comunista ha dato il maggior contributo di sangue e la parte migliore delle sue forze (...) Il 25 aprile 1945 ha aperto la strada al 2 giugno 1946. Due date, un unico obbiettivo: Repubblica, Pace, Lavoro. Pietro Secchia8 6. Con il Trattato di pace di Parigi, ratificato il 31 luglio 1947, Trieste viene divisa in Zona A, occupata dagli Alleati, e Zona B, occupata dagli jugoslavi. 7. I partigiani occuparono e difesero gli impianti industriali del nord dalle rappresaglie nazifasciste. 8. Pietro Secchia (1903-1973), commissario generale delle Brigate Garibaldi, vicesegretario del Pci dal 1946 al 1954.