L’Indipendente 25/04/2004, 25 aprile 2004
altri arrivi Sul Salem Mercury del 4 novembre 1788 apparve la seguente notizia: «A un uomo di ritorno all’Est, ci riferiscono, fu chiesto se erano vere certe storie: se piantando, per esempio, un palanchino nel suolo ne spuntassero in un batter d’occhio chiodi da dieci penny
altri arrivi Sul Salem Mercury del 4 novembre 1788 apparve la seguente notizia: «A un uomo di ritorno all’Est, ci riferiscono, fu chiesto se erano vere certe storie: se piantando, per esempio, un palanchino nel suolo ne spuntassero in un batter d’occhio chiodi da dieci penny. L’uomo smentì la cosa, ma disse: ”Di questo però posso testimoniare... che poco prima di lasciare il fiume Muskingum, un giorno, a cavallo, avendo preso in mano alcuni semi di zucca davanti a una casa e avendone lasciati cadere alcuni, voltomi a parlare a una persona di passaggio, così istantanea fu la loro crescita, così sorprendente e folto fu il loro propagarsi che prima ch’io nuovamente mi voltassi il seme aveva messo radici nel suolo a tal punto che mi trovai pericolosamente avvolto da enormi tralci serpeggianti, che minacciavano di tener dietro ai miei disperati sforzi di sfuggire dal viluppo che mi serrava, sì che immediatamente diedi di sprone al mio cavallo e con grande difficoltà mi districai”». Questo tipo esaltava le ricchezze del West, ma discorsi simili si facevano in Europa a proposito di tutta l’America. Una storiella dice di un europeo emigrato che, una volta sbarcato, prese a calci una moneta d’oro trovata per terra ”perché tanto, si sa, qui l’oro sta dappertutto”. La gente perciò cominciò a partire alla volta della terra promessa quasi subito. Il viaggio era tremendo: un Johannes Gohr scrive nel 1732 d’essere stato in mare 24 settimane, con altre 150 persone. Di queste, cento erano morte durante la traversata. I velieri che trasportavano gli immigrati erano lunghi poche decine di metri, stazzavano due-trecento tonnellate, avevano a bordo cibo mal conservato sotto sale e che andava presto in putrefazione. I migranti mangiavano di preferenza i topi che stavano a bordo, pagandoli due scellini a chi li catturava. Un litro d’acqua costava quattro pence (stiamo citando Gohr). Le condizioni igieniche erano indescrivibili. Quando qualcuno voleva partire, ma non aveva i soldi del viaggio, si offriva come schiavo al capitano della nave: questi si sarebbe rifatto vendendolo al suo arrivo. Chi all’arrivo comprava faceva poi lavorare l’immigrato europeo per quattro-sei anni dandogli solo da mangiare e da dormire. Se si trattava di un minore, doveva stare a servizio fino a 21 anni. Sui giornali uscivano annunci di questo tipo: Dall’American Weekly Mercury del 7 novembre 1728: «Appena arrivata da Londra, con la nave Borden, del comandante William Harbert, una partita di promettenti giovani servi, consistente in Agricoltori, Falegnami, Calzolai, Tessitori, Fabbri, Mattonai, Muratori, Segantini, Sarti, Corsettai, Macellai, Seggiolai e praticanti di diversi altri mestieri, i quali saranno posti in vendita per moneta contante, pane di grano o farina da Edward Hoane in Filadelfia». Dal Pennsylvania Staatsbote del 18 gennaio 1774: «Provenienti dalla Germania. Ci sono ancora cinquanta o sessanta Tedeschi appena arrivati dalla Germania. Li si può trovare presso la vedova Kriderin all’insegna del Cigno d’oro. Tra loro sono due Maestri di scuola, Meccanici, Agricoltori, e anche bambini e ragazzi e ragazze. Sono desiderosi di prestare servizio in cambio del denaro della traversata». Nonostante la difficoltà del viaggio e le incertezze dell’arrivo, gli europei partivano: la vita a casa loro era troppo grama e ingiusta, pochi campavano bene, molti campavano malissimo e non avevano alcuna speranza di riscatto. Il fiume degli immigrati fu immenso. Ci sono stati periodi - negli ultimi tre secoli - in cui il ritmo degli arrivi ha raggiunto il livello del milione di persone l’anno. Tra il 1903 e il 1913 misero piede negli Stati Uniti cento persone all’ora, incluse le ore della notte.