L’espresso, 18 marzo, 25 aprile 2004
Il governatore ha commentato il successo da par suo: «Mi piace chi va alle urne e gonfia i muscoli per farsi ascoltare»
Il governatore ha commentato il successo da par suo: «Mi piace chi va alle urne e gonfia i muscoli per farsi ascoltare». Il ”Wall Street Journal” ha scritto che non si erano mai visti «bicipiti così potenti nella storia della politica californiana». Jack Pitney, professore al Claremont McKenna College, ha commentato: «Questa è politica agli steroidi». Arnold ci tiene a tenere alta la sua vecchia immagine di Mister Universo: ha appena accettato la nomina a direttore di due riviste di body-building, ”Flex” e ”Muscle&Fitness” per 250 mila dollari all’anno. Ma con i suoi successi ha dimostrato di non essere una meteora destinata a una sola stagione di celebrità nel mondo della politica. La sua strategia sta cambiando il volto della vita pubblica californiana e nei salotti gli intellettuali cercano di disegnare l’identikit di un leader che ancora sfugge alla catalogazione. un repubblicano o un democratico? il più dotato dei figli di Reagan o è il nuovo populista del XXI secolo? Kevin Shelley, segretario di Stato della California e leader democratico, non si sbottona: « mio dovere appoggiare un governatore che inventa soluzioni positive nell’interesse pubblico». Johan Klehs, ex deputato democratico al Parlamento californiano, ci dice: «Reagan era un attore di serie B ed era prigioniero dei suoi consiglieri. Schwarzenegger è stato un attore di serie A ed è uno spirito libero: i californiani credono in lui proprio perché è prima di tutto una star, e solo in seconda battuta il governatore». Franz Schurmann, storico all’Università di Berkeley, ci dice che Arnold è un radicale che rompe gli schemi tradizionali: «Un po’ fascista e un po’ comunista, da una parte fa appello alla giovinezza, dall’altra difende i diritti dei meno abbienti. Ma è soprattutto un grande opportunista: ha visto che i repubblicani erano in crisi e ha deciso di prendere la fiaccola del partito. Gli altri hanno dovuto corrergli dietro».