Vanity Fair, 1 aprile 2004, 1 aprile 2004
Anche Mel Gibson ha preso in considerazione l’idea di farsi sacerdote prima di scoprire la recitazione
Anche Mel Gibson ha preso in considerazione l’idea di farsi sacerdote prima di scoprire la recitazione. Nel 1980 ha sposato Robyn e da lei ha avuto sette figli. Sostiene di non avere mai dubitato di Dio. Ma ammette che, a Hollywood, si è allontanato dalla fede. E verso i 35 anni è scivolato in un’angoscia totalizzante. «Ero disperato», dice. «Tanto da pensare di buttarmi dalla finestra. Non ce la facevo più, ma non avevo neppure il coraggio di farla finita. orribile arrivare al punto che non vuoi più vivere, ma non vuoi neanche morire. stata la Passione a guarire le mie ferite. Un percorso che è durato dodici anni». La fede cui Gibson si è riavvicinato è quella che aveva conosciuto da ragazzo. Quella di suo padre. In Italia, per poter seguire quotidianamente la Messa tridentina durante le riprese, ha fatto arrivare apposta dal Canada un prete ordinato prima del Concilio. In California, ha fatto costruire una cappella privata davanti a casa sua. Un vicino, giornalista free-lance, ha fatto qualche indagine e ha pubblicato sul ”New York Times” un articolo dove la fede di Gibson veniva descritta come «un cattolicesimo fermo al sedicesimo secolo» e si avanzava il dubbio che il film sulla Crocifissione sarebbe servito a propagandarla.