Vanity Fair, 1 aprile 2004, 1 aprile 2004
Si era all’indomani dei grandi cambiamenti imposti dal Concilio Vaticano Secondo. Il più notevole, l’ecumenismo, che liberava gli ebrei dallo stigma di ”condannati da Dio”
Si era all’indomani dei grandi cambiamenti imposti dal Concilio Vaticano Secondo. Il più notevole, l’ecumenismo, che liberava gli ebrei dallo stigma di ”condannati da Dio”. «Le autorità ebraiche vollero la morte di Cristo», diceva il documento Nostra Aetate, «ma la colpa della Sua passione non può essere addossata a tutti gli Ebrei di allora, tanto meno a quelli di oggi». Le riforme divisero la Chiesa. Alcuni tra coloro che si opponevano a quella che vedevano una modernità corruttrice dichiararono la loro comunità Vera Chiesa, ripudiarono il Concilio, rinnegarono l’autorità di Giovanni XXIII e di tutti i suoi successori. I tradizionalisti, come amano chiamarsi, celebrano la Messa tridentina (dove il sacerdote dà le spalle ai fedeli), mangiano di magro il venerdì, esigono che le donne si coprano il capo in chiesa e che solo i preti porgano l’ostia consacrata. Hutton Gibson è un tradizionalista, ma in più ha sue personali teorie. Ai giornalisti ha raccontato che il Concilio è stato «un complotto massonico con la complicità degli ebrei» e che i numeri dell’Olocausto sono stati gonfiati per ricattare la chiesa cattolica.