Paola Sorge, "la Repubblica" 20/4/2004 pagina 41, 20 aprile 2004
Capacità dello scrittore svedese August Strindberg di suscitare scandali a ogni nuova pubblicazione
Capacità dello scrittore svedese August Strindberg di suscitare scandali a ogni nuova pubblicazione. Iniziò nel 1879 col suo primo romanzo, "La sala rossa", violenta satira contro sull’ipocrisia del governo e un mondo borghese popolato di usurai, donne corrotte e preti avidi. Seguì il durissimo pamphlet "Il nuovo regno" (1882): tutte le istituzioni venivano attaccate con beffarda ironia, tutti i valori borghesi irrimediabilmente derisi e distrutti. Le novelle "Sposarsi" erano state sequestrate perché blasfeme e avevano procurato a Strindberg un processo penale; e non meno scandalo aveva suscitato la sua autobiografia "Il figlio della serva". Nel 1887 il suo editore Albert Bonnier, spossato da processi e polemiche, gli chiese di pubblicare qualcosa di «innocuo»: Strindberg, che in quel periodo s’era rifugiato in Baviera, scrisse "Gli abitanti di Helmsoe, oggi considerato il suo capolavoro.