20 aprile 2004
Tags : Pierre. Huyghe
Huyghe Pierre
• Nato a Parigi (Francia) nel 1962. Artista. «Uno dei maggiori esponenti dell’Arte Relazionale, secondo la definizione assegnata dal critico Nicolas Bourriaud a quelle opere che implicano, nell’esecuzione, una partecipazione del pubblico. [...] opere che hanno reso celebre Huyghe nella seconda metà degli anni 90. Sono quasi tutti brevi filmati nei quali l’artista rielabora soggetti tratti da pellicole cinematografiche, da video o cartoon. E’ il caso di Annlee, un personaggio dei fumetti Manga a cui Huyghe dà la voce (e l’anima) di una bambina americana intervistata a Parigi per strada. Oppure Blanche-Neige Lucie, un breve film del 1997 interpretato da Lucie Dolène, la cantante che negli anni ’60 ha doppiato in francese la Biancaneve di Walt Disney. In questo gioco di contaminazioni tra cultura di massa e memorie individuali, il lavoro di Huyghe, pur complesso e neo-concettuale, suscita emozioni semplici, con dolcezza» (Guido Curto, ”La Stampa” 20/4/2004). «Un percorso cominciato negli anni Novanta segnato da installazioni, film, progetti collettivi, performance [...] Sono, quelli di Huyghe, lavori che suscitano emozioni non violente, frutto di lunghe riflessioni intellettuali che esplorano [...] ”la zona di confine indistinta tra io e noi”. Ecco dunque Biancaneve Lucie, un breve film che racconta la storia di Lucie Dòlene, doppiatrice francese della Biancaneve di Walt Disney, che intentò una causa alla società americana per aver utilizzato la sua voce senza aver pagato i diritti. O i video Non un fantasma, solo un guscio che per la Christov è uno dei progetti artistici più interessanti degli ultimi anni. Pierre Huyghe insieme a Philippe Parreno ha acquistato da una società giapponese che vende personaggi virtuali un ”avatar”, un personaggio manga a cui è stato dato il nome di Annlee, usato poi da sedici artisti. Nel film di Huyghe ha la voce di una bambina americana che l´artista ha intervistato a Parigi per strada. [...] Spiega Pierre Huyghe che la scelta di un ”avatar” giapponese è stata del tutto casuale ”perché là ne producono in gran quantità e per me era più semplice trovarlo in Giappone. Cosa significa? come se prendessi un disegno o una scultura e gli dicessi: ora raccontami la tua storia. esattamente quello che faccio e ho fatto: dire a un oggetto di raccontarmi la sua storia di oggetto, o dire a un segno di raccontarmi la sua storia di segno”. Questa è una forma di duchampismo o è un superamento di Duchamp? ”In materia di affinità sono molto più vicino di Duchamp Warhol, a Dan Graham, a Marcel Broodthaers, a Daniel Buren che non a Pollock, Picasso o alla libera figurazione. Se mi sento più vicino ai primi che ai secondi è perché c´è qualcosa alla quale non mi oppongo, ma a cui penso di dare una forma plastica”. E quindi cos´è per lei l´arte oggi. Qualcosa di immateriale? ”No. Un´idea di immaterialità può arrivare da Yves Klein o dal postmodernismo di Lyotard. Non credo di lavorare sul concetto di sparizione. [...]”» (Paolo Vagheggi, ”la Repubblica” 26/4/2004).