varie, 20 aprile 2004
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Guerri Giordano
• Bruno Monticiano (Siena) 21 dicembre 1950. Scrittore. Storico. Giornalista. Ex direttore dell’’Indipendente”. Opinionista del Giornale. «Ha scritto libri che hanno scandalizzato milioni di cattolici e decine di vescovi. Saggi che han fatto imbestialire legioni di comunisti e di antifascisti. ”Della mia immagine pubblica non mi preoccupo proprio”, dice ricordando quando smontò il processo di canonizzazione di Santa Maria Goretti, quando si infilò nei confessionali denunciando l’abisso d’arretratezza dei preti italiani, quando cercò di dimostrare che la Storia non poteva condannare il fascismo in blocco ma doveva discernere episodi, personaggi, epoche. Per molti è un fascista, per altri un anarchico. Per tutti un incontrollabile libero pensatore. Per se stesso un libertario. [...] ”Io aborro il fascismo. Se venisse un nuovo fascismo, andrei subito sui monti [...] colpa del primo libro che ho scritto, quello su Bottai. Era la mia tesi di laurea. Parlava della possibilità che fossero esistiti anche fascisti bravi, onesti, in buona fede, colti. per la sinistra il fascismo andava condannato in blocco. Bottai compreso. [...] Sono stato un ragazzino molto tormentato, molto precoce. A scuola ero sicurissimo di essere più intelligente dei miei professori. Leggevo l’esistenzialismo, Sartre, Schopenauer, e poi On the road, Kerouac, Ginsberg. Io sono arrivato al ’68 prima del ’68. Ero un beatnik, vivevo come i provos, avevo i capelli lunghi quando a Milano i capelloni venivano buttati giù dal tram. Scappavo di casa. Dormivo per terra. Chiedevo l’elemosina. Avevo 17 anni, ero indietrissimo con gli studi. Ero stato bocciato, rimandato, espulso. [...] A un certo punto ho capito che questo mio atteggiamento non portava né al mio benessere né a una rivoluzione. Era vuoto assoluto. [...] Mi sono messo a studiare. era la mia risposta contro quella società che mi respingeva e mi combatteva. Ho fatto tre anni in uno e mi sono iscritto alla Cattolica. [...] Alla Statale era il bordello, l’occupazione continua, gli esami che non si davano, le assemblee. Io rifiutavo l’aspetto politico del ’68. Lo consideravo una moda politica. Io aborrivo i democristiani ma aborrivo anche mao Tse Tung. Sono stato un fortissimo lettore dei pensieri di Mao. Nove pensieri su dieci erano stupidaggini. [...] Io ammetto che non sono Pasolini” [...]» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 35/1999). «L’esilità fatta pallore, immagine dark, mente sempre febbricitante. Per capire qualcosa della guerra di Guerri è utile dare un’occhiata al suo sito Internet (www.giordanobrunoguerri.it) molto spettacolare, con tutti i migliori plug-in, dove campeggia il motto ”La mente va aperta come un paracadute”, e da cui si può accedere a una biografia fluviale. [...] ha una produzione libraria vastissima, dedicata fra gli altri a Bottai, Ciano, Malaparte, la ”povera santa” Maria Goretti. Ha diretto ”Storia illustrata”, è stato direttore editoriale della Mondadori, è stato considerato un allievo di Renzo De Felice (’Con il quale invece ho soltanto litigato”), ha condotto programmi tv e fatto cinema. Conclusione, in terza persona: ”Ha vissuto moltissimo. E vuole continuare a farlo”» (Edmondo Berselli, ”L’espresso” 15/4/2004). «[...] la mia caratteristica più bella è che non ho progetti. Mia moglie, Gaia de Beaumont, mi ha lasciato proprio per questo [...] Per mancanza di paraculismo ho litigato con due miei carissimi amici: Aldo Busi e Leonardo Mondadori. Con Leonardo litigai quando in preda alle sue crisi da Opus Dei bloccò all’ultimo momento il mio libro sulle confessioni Io ti assolvo [...] tutta la vita che lotto contro la Chiesa, sono stato scomunicato due volte. La Chiesa è un nemico potente, implacabile, sotterraneo, che ti fa del male. E io sono andato a rompere le scatole proprio al mondo cattolico, con il libro su Santa Maria Goretti, con quello sull’eretico Bonaiuti, con quello sulle confessioni [...] Ho avuto dei periodi di forte attività omosessuale però sempre infinitamente meno rispetto all’eterosessuale. E comunque mai con un amico. Con Aldo Busi abbiamo vissuto insieme tre mesi senza che succedesse niente. Mai avuto un amore omosessuale. Mai un rapporto continuo. Mordi e fuggi. sempre stata una cosa secondaria, lecitissima, che mi divertiva, e forse, anzi spero, tornerà a divertirmi. [...] non sono tipo da discoteche. Piuttosto cespugli, bagni. Dark room. Non vedi chi c’è e chi tocchi. Ottimo [...] Io sono bellissimo, simpatico, intelligente, famoso, ricco. [...]» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Corriere della Sera-Magazine” 13/5/2004).