18 aprile 2004
Tags : Melissa. Auf Der Maur
AufDerMaur Melissa
• Nata a Montreal (Canada) il 17 marzo 1972. Bassista. Ha suonato per cinque anni (1994/1999) con le Hole di Courtney Love. «Con un cognome così altisonante non poteva fare un mestiere qualunque. Con un fisico così appariscente - capelli rossi, occhi verdi e misure da modella - non poteva nascondersi in un ufficio. Così, con queste credenziali [...] ha scelto il rock e in breve si è costruita un curriculum altrettanto importante. Dopo gli esordi in Canada con i Tinker, nel ’94 Courtney Love la chiama nelle Hole per sostituire la bassista Kristen Pfaf, morta per overdose; nel ’99 Billy Corgan le chiede di rimpiazzare D’Arcy Wretzky negli Smashing Pumpkins. Finita l’avventura Melissa si sente pronta per la carriera solista. [...] ”Stare in una band è come essere sposati: è difficile rimanere amico del tuo ex marito- moglie [...] Se conosceste che tipo di politico era mio padre non lo direste... Tutti dicevano che era un politico rock, molto carismatico [...] Non mi ispiro tanto ai bassisti, quanto al suono generale di una band. Ora amo Mars Volta e Queen of the Stone Age. Comunque il miglior bassista è Eric Avery, ex Jane’s Addiction [...] All’inizio è stato l’istinto. Ora ho capito perché: il basso è molto femminile, ti lega al pubblico in modo subconscio, non lo senti col cervello, ma col corpo [...] Suonare il basso è questione di emozione, non è uno sport. Le donne hanno emozioni molto più profonde degli uomini e per questo il basso è lo strumento perfetto per una donna [...] La percezione del mondo, e della musica, da parte delle donne è diversa. Il rock permette di esplorare l’altro lato di se stessi: ci sono uomini che diventano femminili come Robert Plant e Ozzy Osbourne e donne che diventano più maschili, come me [...] Quando avevo 14- 16 anni non ero bella, ero molto androgina, sembravo un ragazzino. Sono sbocciata in ritardo, a 21 anni. Ora mi sento a mio agio con la mia immagine. Sono orgogliosa dei miei capelli rossi che evocano o i quadri di Botticelli o le streghe...”» (Andrea Laffranchi, ”Corriere della Sera” 7/4/2004).