Carlo Bonini, Giuseppe D’Avanzo,La Repubblica, venerdi 26 marzo 2004, 26 marzo 2004
Per quel che ”Repubblica” è in grado di ricostruire, il consiglio che nel 2000 Imbert e con lui Jp Morgan-Chase depositano a Collecchio suona sostanzialmente così: 1) Parmalat ha triplicato in tre anni il suo debito lordo, portandolo da 1 miliardo e 800 mila euro a 5 miliardi e 400 milioni, dunque è necessario non gonfiarlo ulteriormente; 2) La liquidità di cassa deve essere utilizzata per abbattere questo debito; 3) Parmalat è cresciuta molto negli anni 90 e gli indicatori macroeconomici consigliano a questo punto di disinvestire rapidamente da tutti gli assets non strategici, in cui l’azienda non è leader di mercato
Per quel che ”Repubblica” è in grado di ricostruire, il consiglio che nel 2000 Imbert e con lui Jp Morgan-Chase depositano a Collecchio suona sostanzialmente così: 1) Parmalat ha triplicato in tre anni il suo debito lordo, portandolo da 1 miliardo e 800 mila euro a 5 miliardi e 400 milioni, dunque è necessario non gonfiarlo ulteriormente; 2) La liquidità di cassa deve essere utilizzata per abbattere questo debito; 3) Parmalat è cresciuta molto negli anni 90 e gli indicatori macroeconomici consigliano a questo punto di disinvestire rapidamente da tutti gli assets non strategici, in cui l’azienda non è leader di mercato. A cominciare dal Canada.