Carlo Bonini, Giuseppe D’Avanzo,La Repubblica, venerdi 26 marzo 2004, 26 marzo 2004
«Balle», replicano le banche. Parmalat è stato un pessimo affare che «le banche hanno pagato duramente», ha ricordato da ultimo Corrado Passera di Banca Intesa in un’intervista a ”Repubblica”
«Balle», replicano le banche. Parmalat è stato un pessimo affare che «le banche hanno pagato duramente», ha ricordato da ultimo Corrado Passera di Banca Intesa in un’intervista a ”Repubblica”. Perché questo dicono i numeri delle esposizioni cui restano impiccate al momento del crac. In Italia e all’estero. Qualche cifra: 386 milioni di euro Capitalia; 360 Banca Intesa; 300 San Paolo-Imi; 160 Unicredit; 125 Monte Paschi Siena; 110 Bnl; 100 Banca Popolare di Milano; 689 milioni di dollari Citibank; 374 milioni di dollari Bank of America. «Se comanda il gioco, nessuno è così pazzo - dice un banchiere - da mollare un cliente sapendo che in questo modo non rientrerà delle sue esposizioni. vero, nella fase terminale di Parmalat le banche hanno attivato ogni strumento possibile per ridurre le perdite. Ma questo fa parte da sempre delle regole del gioco. Le banche non sono istituti di beneficienza».