Carlo Bonini, Giuseppe D’Avanzo,La Repubblica, domenica 21 marzo 2004, 21 marzo 2004
Prendiamone atto e annotiamo qualche prima conclusione. Per i pubblici ministeri, che si preparano a portare in giudizio Tanzi & soci, a soli tre mesi dal crac, Parmalat è «tecnicamente fallita» già alla fine degli anni Ottanta
Prendiamone atto e annotiamo qualche prima conclusione. Per i pubblici ministeri, che si preparano a portare in giudizio Tanzi & soci, a soli tre mesi dal crac, Parmalat è «tecnicamente fallita» già alla fine degli anni Ottanta. I capitali che vi affluiscono in quella stagione (consentono la quotazione alla Borsa di Milano) sono, nell’opinione della comunità finanziaria, «oscuri e non chiarissimi». A cavallo del 1990, la formidabile politica di acquisizioni all’estero aggrava ancora di più l’indebitamento di Calisto Tanzi. Fausto Tonna manipola i bilanci, nasconde le perdite, gonfia gli attivi. Come entra, dunque, Parmalat negli anni Novanta? Per saperlo conviene incontrare un «bucaniere» della finanza opaca. Florio Fiorini.