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 2004  marzo 21 Domenica calendario

«Apparire» è apparso a Tanzi sempre più essenziale che «essere». Apparire «liquido», molto «liquido» era, poi, il primo degli imperativi della sua strategia

«Apparire» è apparso a Tanzi sempre più essenziale che «essere». Apparire «liquido», molto «liquido» era, poi, il primo degli imperativi della sua strategia. Liquido, Tanzi? Anche questa era una bufala. Parola di un banchiere: Gianmario Roveraro, che organizzò per Parmalat la quotazione in Borsa alla fine del 1990. «La collocazione delle azioni - racconta Roveraro - aveva avuto, prima del nostro arrivo, qualche difficoltà per un motivo noto a tutti: Tanzi non pagava i fornitori. Lo sapevano tutti tra l’Emilia e la Lombardia, così le banche erano sul ”chi vive” e prudenti i risparmiatori». Tanzi non pagava perché le casse della Parmalat erano stente, perché - in quel 1989 - era già ridotto maluccio. Tanto che, appena due anni dopo la quotazione in Borsa, è costretto a chiedere, con un secondo aumento di capitale, ancora denaro fresco al mercato. L’aumento di capitale è di 430 miliardi. Per la metà lo avrebbe dovuto conferire la famiglia di Collecchio. Ma lo fece e, se lo fece, dove prese il denaro? «Mah! - sospira Roveraro - Allora Tanzi mi disse che aveva attinto al patrimonio della moglie». Per 215 miliardi? «Così mi disse e io gli credetti anche se cominciai ad avere dei dubbi quando, subito dopo, chiese a me come all’avvocato Sergio Erede e a Renato Picco (Eridania-Ferruzzi) di lasciare libero il posto nel consiglio d’amministrazione che da quel momento è stato sempre composto da familiari di Tanzi o da dipendenti della Parmalat». Le manipolazioni di bilancio cominciano in quell’anno, dunque, con le poste che la famiglia doveva conferire all’aumento di capitale. « - scrivono i pm di Milano - riscontrare oggettivamente che la contabilità del gruppo Parmalat è stata totalmente falsificata quanto meno dal 1990». A voce un pubblico ministero dice di più: «Saremo in grado di dimostrare che, già alla fine degli anni Ottanta, la Parmalat era tecnicamente fallita».