Simona Lambertini, Macchina del Tempo, aprile 2004 (n.4), 17 aprile 2004
Sarebbe più corretto chiamarli Inuit, che nella loro lingua significa ”uomini”, ma sono noti come eschimesi, l’appellativo attribuito loro dagli indiani nord americani e che significa ”mangiatori di carne cruda”
Sarebbe più corretto chiamarli Inuit, che nella loro lingua significa ”uomini”, ma sono noti come eschimesi, l’appellativo attribuito loro dagli indiani nord americani e che significa ”mangiatori di carne cruda”. Prima del contatto con i bianchi, gli eschimesi vivevano di caccia nomade, che richiedeva continui spostamenti sulle slitte trainate da cani e la costruzione di rifugi di ghiaccio, i famosi igloo. Oggi sono sedentari, vivono in villaggi formati da capanne prefabbricate, di legno o di plastica. Le slitte con cani hanno per lo più ceduto il posto a motoslitte e gatti delle nevi. Oggi gli Inuit vivono anche di turismo: se non ci si affida ad agenzie turistiche che propongono pacchetti preconfezionati, si può ricorrere a una guida Inuit che provvederà al trasporto su slitta o a un giro in barca per vedere le balene. Con quello che guadagnano da questa attività, riescono a mantenere la famiglia per un mese. Purtroppo, però, si tratta di un popolo in calo e in cui i tassi di suicidio sono in crescita.