Paolo Calvani, Macchina del Tempo, aprile 2004 (n.4), 17 aprile 2004
In Gran Bretagna c’è già. Si chiama Freeview e in un solo anno ha calamitato due milioni di famiglie
In Gran Bretagna c’è già. Si chiama Freeview e in un solo anno ha calamitato due milioni di famiglie. il primo caso europeo di televisione digitale terrestre gratuita e ha sfondato proprio nel Paese dove c’è un servizio pubblico televisivo leggendario (Bbc) e la più tosta delle pay tv via satellite al mondo (BSkyB di Murdoch). Anche in Italia, da qualche settimana, il digitale terrestre è partito. Lo dicono vari spot televisivi di Rai e Mediaset, ma i giornali ne parlano poco e con qualche scetticismo, trattando quasi sempre l’argomento solo negli articoli politici dedicati alla Legge Gasparri. Domanda legittima: il digitale terrestre c’è davvero ed è la rivoluzione che dicono o è solo un’Araba fenice? Per capirlo e per capire quali vantaggi reali può offrire ai telespettatori, ”Macchina del Tempo” ha fatto la cosa più semplice: ha provato a installarlo in redazione. Ecco i risultati della nostra ”prova su strada”. PRIMA TAPPA: QUALE DECODER COMPRARE? La prima cosa che abbiamo capito è che per vedere la nuova televisione non serve una nuova televisione. A differenza di quando arrivò la tv a colori che richiedeva apparecchi tecnologicamente più avanzati rispetto a quelli presenti allora nella case, il digitale terrestre si vede con il televisore normale. necessario però collegarlo a un decoder simile a quello che bisogna installare per vedere la pay tv via satellite (ma attenzione: per il digitale terrestre non serve né parabola né abbonamento). Il decoder quindi va comprato ed è una spesa da sostenere. Una spesa di quanto? ”Macchina del Tempo” è andata direttamente in un grande negozio specializzato. Ha scelto una delle più diffuse catene di negozi di elettrodomestici e hi-fi: Mediaworld, sede di Milano-Rubattino. La prima decisione da prendere, ci ha spiegato il commesso responsabile del reparto tv, Ermanno Terruli, è quale scegliere tra due tipi di decoder: quelli semplici (zapper) e quelli interattivi (box). Quelli semplici consentono solo di vedere i programmi, mentre quelli interattivi permettono di ”dialogare” con il televisore. Abbiamo capito che conviene senza dubbio scegliere quelli interattivi, perché solo su questo tipo di decoder è possibile godere dello ”sconto” di 150 euro garantito dalla Legge Finanziaria per incentivare la diffusione del digitale terrestre. Per ottenere lo sconto, abbiamo scoperto, è sufficiente essere in regola con l’abbonamento Rai, cosa che viene controllata direttamente dal negoziante al momento dell’acquisto. E ogni singolo cittadino può acquistare con lo sconto un solo decoder. Il nostro commesso ci ha proposto cinque tipi di decoder interattivi: abbiamo scelto quello meno caro, marca Adb, prezzo 99 euro. Ma tra breve, ha aggiunto, uscirà un nuovo modello ancora più conveniente, marca Access Media, prezzo 49 euro. E per chi è abituato a tenere d’occhio le vendite televisive, quelle con numero telefonico da chiamare per ordinare, le reti Mediaset già ora offrono un decoder a 59 euro. Terruli ci ha poi spiegato quali canali sono già visibili, è stato preciso nel chiarire i vantaggi per il telespettatore (ha citato anche la possibilità di collegarsi all’Inps per controllare la propria posizione previdenziale), ci ha illustrato il funzionamento del decoder e del telecomando oltre che delle procedure tecniche per installare il box in casa. Ci ha anche chiesto se a casa abbiamo l’antenna televisiva centralizzata o quella individuale. Il motivo è che, in caso di problemi di ricezione, se l’antenna è centralizzata dovremmo chiedere l’intervento di un tecnico all’amministratore del condominio e in questo caso, si sa, i tempi rischiano di allungarsi. Se invece l’antenna è individuale, ogni eventuale problema lo si può risolvere da sé. Fin qui, comunque, tutto abbastanza semplice: i decoder ci sono e hanno un prezzo piuttosto abbordabile considerando anche che, salvo guasti, l’investimento va fatto una sola volta nella vita. SECONDA TAPPA: COME COLLEGARLO Abbiamo portato la scatola imballata in redazione, in centro a Milano. Il libretto di istruzioni in italiano è sufficientemente chiaro, forse più semplice rispetto al livello di altri apparecchi come videoregistratori e lettori dvd. La connessione tra box e tv avviene via presa scart e non presenta particolari difficoltà se non quella di trovare lo spazio adeguato tra i vari fili che ormai si accumulano dietro i nostri televisori. Nel box va inserito anche il cavo d’antenna. Se si possiedono già un videoregistratore, un lettore di dvd e un decoder satellitare, potrebbero scarseggiare gli ingressi scart disponibili, ma molto probabilmente chi è in questa situazione avrà già installato (o potrà installare) una ”ciabatta” che moltiplica gli ingressi. In ogni caso, meglio acquistare un decoder dotato di una seconda presa scart (quello acquistato da noi ce l’ha), perché per poter usare il videoregistratore è meglio collegarlo al decoder e non al televisore. Per il momento non facciamo alcun collegamento con la linea telefonica che consente di dialogare con la tv. Prima vogliamo vedere che cosa e come si vede. Tempo necessario per l’installazione: tra la lettura veloce del libretto di istruzioni e il collegamento ci abbiamo messo 15 minuti. TERZA TAPPA: CHE COSA SI VEDE... Schiacciando il pulsante di accensione siamo entrati subito nel mondo digitale terrestre. Il nuovo telecomando è simile agli altri che già abbiamo in casa. L’unica differenza sono i quattro tasti colorati (rosso, verde, giallo, blu) che con il digitale terrestre si usano molto di più. Premendo un tasto parte la sintonizzazione automatica dei canali, terminata la quale appare l’elenco delle reti disponibili, a cominciare dalle grandi tv nazionali che si vedono con una qualità effettivamente migliore, ma non tanto da giustificare in sé il cambio di tecnologia. La cosa interessante è che quegli stessi canali forniscono informazioni in più, consultabili a piacimento in una finestra a parte (news, meteo...) mentre il programma prosegue. Sul video appaiono con chiarezza le scritte che indicano quali pulsanti colorati bisogna premere per ottenere i servizi interattivi. Per esempio è molto utile la trama dei film a rilascio progressivo: in qualsiasi momento ci si colleghi al film in onda, si può leggere in una finestra che cosa è successo fino a quel punto. Ogni canale ha le sue offerte interattive particolari e sarebbe troppo lungo elencarle tutte. Ne citiamo una per gli appassionati di calcio: il programma ”Controcampo” (Italia 1, domenica sera) consente di vedere in qualsiasi momento il riepilogo dei gol della giornata e il servizio sulla partita in posticipo. Uscendo dalle solite reti nazionali, si può entrare invece in un universo totalmente sconosciuto a chi non è abbonato alla pay tv, quello dei canali tematici. Sono reti televisive specializzate in sport, news, economia, cinema, musica, in onda 24 ore su 24. Da segnalare che tra le reti d’informazione ce ne sono due in lingua originale: Bbc World (in inglese) e La Chaine Info (in francese). Oltre a raccontare tutto quello che ogni giorno succede in giro per il mondo, rappresentano un’ottima occasione per familiarizzare (gratis) con le lingue straniere più diffuse. Bilancio: l’offerta è già abbastanza variegata e gli addetti ai lavori assicurano che con il tempo il numero dei canali è destinato a moltiplicarsi, perché il digitale terrestre consente a chiunque abbia contenuti video di andare in onda. Facciamo un esempio di fantasia: l’editore del canale ”Cani & gatti” può andare in onda pagando una sorta di ”affitto” dello spazio occupato all’operatore di rete e non è quindi costretto a diventare proprietario di frequenze, impianti di trasmissione, ripetitori... Insomma, non è più necessario affrontare ingenti investimenti per accedere al mondo televisivo come succedeva con il vecchio metodo analogico. ... E COSA NON SI VEDE L’unico problema, per ora, è che non siamo riusciti a vedere tutti i 20 canali già disponibili (vedi box a pagina 137) come ci accennava il commesso di Mediaworld. Per quale motivo non riusciamo a vedere tutti i canali? L’abbiamo chiesto a uno che se ne intende, Franco Ricci, direttore generale di RTI (la società che riunisce le attività televisive del gruppo Mediaset), responsabile di tutta l’emissione delle reti del Biscione, sia in analogico sia in digitale terrestre. Franco Ricci ci chiede subito: «La redazione di ”Macchina del Tempo” ha sede in un condominio? Perché il discorso va separato tra i telespettatori con antenna centralizzata e quelli dotati di antenna individuale». SE AVETE L’ANTENNA CENTRALIZZATA Effettivamente la nostra redazione è in uno stabile con antenna centralizzata. «E allora dipende da come è stata orientata e filtrata l’antenna condominiale. Per rendere migliore la visione, gli antennisti cercano di evitare la ricezione di canali analogici di scarsa qualità o di scarso interesse per i condomini e di potenziare invece il segnale delle grandi reti nazionali e dei canali locali di maggiore rilievo. Può succedere quindi che le nuove trasmissioni in digitale terrestre avvengano sulle frequenze precedentemente occupate dai canali analogici di scarso interesse che quindi erano stati eliminati nell’impianto d’antenna centralizzato. Per ripristinare la ricezione di tali canali non servono grandi lavori, è sufficiente intervenire sulla centralina che governa l’antenna. Naturalmente lo deve fare un tecnico chiamato dall’amministratore di condominio, in quanto l’intervento riguarda parti comuni dell’impianto. Di norma il lavoro è molto semplice, richiede meno di un’ora e può costare 100 euro o poco più». Che cosa succede, invece, a chi ha l’antenna individuale? SE AVETE L’ANTENNA INDIVIDUALE Risponde Ricci: «Siccome gli impianti d’antenna individuali sono tipicamente a larga banda, quindi non filtrati su alcuni canali come per gli impianti condominiali, se l’impianto d’antenna è sufficientemente recente e ben realizzato, dovrebbero essere visibili tutti i canali digitali terrestri, dato che i segnali digitali vengono irradiati tipicamente dagli stessi siti da cui provengono i segnali analogici. In caso contrario è probabile che l’impianto di ricezione non abbia un’antenna orientata verso uno dei siti di diffusione in digitale, e quindi è necessario l’intervento dell’antennista. Anche in questo caso il lavoro è molto semplice e poco costoso e fortunatamente non c’è da chiedere l’autorizzazione al condominio. In via provvisoria si potrebbe collegare alla tv una piccola antenna portatile supplementare: il costo è di 20-30 euro e non serve l’intervento del tecnico». ULTIMA TAPPA: DIALOGARE CON IL TELEVISORE Fin qui abbiamo effettivamente visto un nuovo mondo televisivo, più ricco e vivace. Ma, volendo, è possibile ottenere ancora di più. Se si collega il decoder alla linea telefonica di casa (con un semplice cavetto) è possibile votare con il telecomando durante un programma (per esempio scegliere il cantante preferito al Festival di Sanremo o eliminare un concorrente al ”Grande fratello”) oppure comprare con un semplice clic un prodotto offerto in una televendita. Volta per volta, una sovrimpressione dirà se il costo della telefonata è a carico del telespettatore o del fornitore del servizio. Di certo, in quel momento la linea risulterà occupata e non si potrà usare il telefono di casa. A meno che, come già fanno molti che usano internet, non si installi una seconda linea telefonica dedicata alla tv. In conclusione: la nostra prima impressione è che il digitale terrestre abbia la potenza di una Formula Uno. Non collegarlo al telefono sarebbe come guidare una Ferrari a 50 all’ora. Ma anche per chi preferisce andare piano non ci sono dubbi: questa nuova tv ci cambia (in meglio) la vita. Paolo Calvani