Federico Ferrazza, Macchina del Tempo, aprile 2004 (n.4), 17 aprile 2004
Primo piano, secondo piano... quindicesimo piano... Luna. Potrebbero essere queste le scritte sui tasti della pulsantiera dell’ascensore spaziale
Primo piano, secondo piano... quindicesimo piano... Luna. Potrebbero essere queste le scritte sui tasti della pulsantiera dell’ascensore spaziale. Dopo la tragedia dello Space Shuttle Columbia, la Nasa ha cercato soluzioni alternative per i viaggi nello spazio. Una di queste è l’ascensore spaziale, un progetto non nuovo ma accantonato perché considerato irrealizzabile. Le nuove scoperte nel campo delle nanotecnologie, invece, potrebbero contribuire alla sua costruzione. Con i nanotubi in carbonio (100 volte più resistenti ma molto più leggeri dell’acciaio) sarebbe possibile erigere una sorta di ”nastro”, lungo circa 100 mila chilometri, che colleghi la Terra allo spazio. Fatto questo, dicono alla Nasa, non sarà un problema realizzare la ”cabina dell’ascensore”. Che sarà in grado di trasportare materiale e astronauti. Secondo l’Institute for Advanced Concepts della Nasa, l’ascensore spaziale potrebbe rivelarsi molto economico: portare materiale nello spazio con uno shuttle costa tra i 10mila e i 40mila dollari al chilogrammo. Con l’ascensore ogni viaggio potrebbe costare 100 dollari. «Non è fantascienza» dice Ongaro «ma in questi casi, spesso le idee precedono le tecnologie applicate. Secondo me l’ascensore spaziale sarà realizzabile quando i nanotubi di carbonio diventeranno una produzione di massa».