L’Indipendente 11/04/2004, 11 aprile 2004
Questo numero del giornale deve molto al lavoro di Nello Quilici, storico e grande giornalista, il primo a poter consultare i documenti sull’affaire Banca Romana degli Archivi di Stato
Questo numero del giornale deve molto al lavoro di Nello Quilici, storico e grande giornalista, il primo a poter consultare i documenti sull’affaire Banca Romana degli Archivi di Stato. Nato a Livorno il 21 novembre del 1890, a diciannove anni è già un collaboratore de ”La Voce”, a trenta diventa direttore del ”Resto del Carlino”, lo cambia da cima a fondo e lo schiera al fianco del nascente movimento fascista. Poi nel 1926 Italo Balbo lo chiama a Ferrara per dirigere il suo ”Corriere Padano”. Nello Quilici però non fu solo un giornalista: ufficiale d’artiglieria durante tutta la Prima guerra mondiale, professore di Storia politica moderna a Ferrara dal 1929 al ’39. Muore sui cieli di Tobruk, in Libia, il 28 giugno 1940 assieme a uno dei suoi amici più cari, Italo Balbo, abbattuto per errore dalla contraerea italiana. Era arrivato a Tripoli come giornalista combattente sedici giorni prima, poco prima che l’Italia entrasse ufficialmente in guerra. Così lo ricordava Michelangelo Antonioni, a un anno dalla morte, in un volume dedicatogli da chi gli era vicino: «Era l’orgoglio della Ferrara colta, ci pare ancora di vederlo alle ore piccole, un pacco di giornali sotto al braccio, traversare il viale a passi brevi ed entrare in casa tranquillo». O ecco ancora il ritratto che ne fece l’amico Antonio Baldini: «La sua vita fu tutta un’alternativa di tavolino e azione, le sue erano letture di battaglia, erano di vivace ricapitolazione. La sua biblioteca era espressione personalissima del suo spirito, senza zone inerti o di pura lustra [...] Il suo discorso non era mai tardo, avvolto, reticente, ma rapido e conclusivo [...] E aveva un modo tutto suo di mettersi al lavoro con un perdurante sorriso che gli atteggiava le guance paffute, curvo sulle cartelle con quei suoi occhi quasi chiusi di miope».