14 aprile 2004
Europa - Spagna - Figueras – catalogna Salvador Felipe Jacinto Dalì, nato l’11 maggio 1904, figlio di un rinomato notaio di Figueres, sin da piccolo si dedica al disegno e alla pittura: "A sei anni volevo fare il cuoco
Europa - Spagna - Figueras – catalogna Salvador Felipe Jacinto Dalì, nato l’11 maggio 1904, figlio di un rinomato notaio di Figueres, sin da piccolo si dedica al disegno e alla pittura: "A sei anni volevo fare il cuoco. A sette volevo essere Napoleone. E da allora la mia ambizione non ha fatto altro che rafforzarsi" (Salvador Dalì). Nel 1922 entra nell’Istituto delle Belle Arti di Madrid dal quale verrà espulso nel ’25. Durante il suo soggiorno alla ”Residencia de Estudiantes”, conosce il cineasta Luis Bunuel con il quale progetterà numerosi lavori artistici (Le Chien Andalou) e il poeta Federico Garcia Lorca, con il quale ha una relazione: "Federico era innamorato di me. Lui aveva una fama maggiore della mia e pensai che l’unico modo di bloccarla fosse diventare padrone della sua volontà. Decisi perciò di avere rapporti con lui". Gli atti sessuali furono però interrotti "perché sentivo troppo dolore, dovemmo smettere". A novembre del ’25 viene allestita nella galleria Dalmeau di Barcellona la sua prima personale (11 tele e 5 disegni), poi va a Parigi per incontrare il gruppo dei surrealisti tra cui Piccasso, André Breton e Paul Eluard. Di questo periodo sono le opere: ”Il grande masturbatore”, ”Lo spettro del sex-appeal”, ”Il gioco lugubre” e ”Persistenza della memoria”. Nel 1929 Dali riceve la visita, a Cadaques, del suo amico poeta surrealista Paul Eluard con la moglie Elena. Colpo di fulmine. Elena è la donna dei suoi sogni, fin da piccolo dipingeva una fanciulla simile a lei battezzata Galutchka (da cui Gala). Si dichiarò con difficoltà: ”Iniziai a ridere con un nervosismo così violento e così vessante per lei in quel preciso momento. Ma Gala non si sentì ferita e della mia risata, ne fece il suo orgoglio. Con uno sforzo sovraumano mi strinse ancor più forte la mano anziché lasciarla cadere con disdegno, come qualsiasi altra donna avrebbe fatto. Lei mi capì subito”. Il ’34 segna l’inizio del periodo ”Paranoico-critico” e crea le immagini doppie: ”Attraverso un processo nettamente paranoico è possibile ottenere un’immagine doppia, rappresentazione di un oggetto che, senza la minima modificazione figurativa o anatomica, sia al tempo stesso la rappresentazione di un oggetto assolutamente diverso”. Nel ’39 André Breton, uno dei maggiori esponenti del surrealismo, anagramma il nome Salvador Dalì in ”Avida Dollars” per via dell’animo troppo commerciante dell’artista. IL pittore taglia i rapporti con il movimento e si trasferisce con Gala negli Stati Uniti. Inizia a lavorare per il cinema, il teatro e dipinge ”Autoritratto molle con pancetta fritta”, ”Cesto di pane”, ”Leda Atomica” e ”La Madonna di Portlligat”. Nel ’41 espone al MOMA di New York. L’anno successivo scrive il suo primo libro: ”La vita segreta di Salvador Dalì”. Dalì e Gala tornano in Europa nel ’48 a Port Lligat. La religione e la storia sono le tematiche ricorrenti nelle opere di questo periodo: ”Cristo di San Giovanni della Croce”, ”Galatea delle sfere”, ”Corpus Hypercubus”, ”La scoperta dell’America ad opera di Cristoforo Colombo” e ”L’ultima cena”. Nel ’53 si presenta alla Sorbona, su una Rolls Royce piena di cavolfiori, per tenere una conferenza sugli ”aspetti fenomenologici del metodo paranoico-critico”. Un trionfo. Negli anni sessanta scrive ”Diario di Un Genio”, elabora nuove scenografie per il teatro, scolpisce e crea anche 30 gioielli, tra cui un cuore di pietre preziose che grazie a un meccanismo pulsa come un vero cuore umano. Nel ’63 pubblica "Mito tragico dell’ Angelus di Millet" e il 19 settembre afferma il ruolo essenziale svolto dalla stazione di Perpignan nella costituzione dell’universo (’Gare de Perpignan – Le centre du monde”). Studia lo spazio e la terza dimensione per dedicarsi all’Olografia. Alla fine degli anni settanta è ammesso all’Accademia Francese ed espone la sua prima retrospettiva al Centro Georges Pompidou. Le sue opere sono vendute a prezzi folli. E’ il pittore vivente più quotato sul mercato internazionale ma si ammala gravemente e smette di dipingere Nel ’82 muore Gala, 89 anni. Gala è stata l’unica musa ispiratrice della sua vita e di tutte le sue opere. Anche se lo tradiva di continuo (Arturo Caminada, un Michael mai bene identificato per il quale aveva perso la testa, Jeff Fenfold ballerino di "Jesus Christ Superstar", ecc.), diceva sempre: ”Amo gala più di mia madre, più di mio padre, più di Picasso e anche più dei soldi”. Ha dipinto mille volte il suo ritratto e non si contano le tele firmate Dali Gala o Gala Dali o ancora Gali, contrazione dei loro nomi. Dalì l’ha sepolta nella cripta del Castello di Pubol che le aveva offerto. L’anno successivo dipinge il suo ultimo quadro: ”La Coda Di Rondine” e crea il profumo Dalì. Dopo un incendio nella sua camera del Castello di Pubol, il pittore viene ricoverato in ospedale. I medici lo scoprono denutrito, confuso, il morbo di Parkinson a uno stadio molto avanzato. Nel ’87 torna a Figueres, vive in una stanza a temperatura costante e viene nutrito artificialmente. Muore a 84 anni, alle 10,15 di mattina del 23 gennaio 1989, lasciando tutti i suoi beni allo stato spagnolo. ’Ogni volta che muore qualcuno è colpa di Jules Verne” (Salvador Dalì)Da grande. Salvador Dalì - Pittore - Scultore - Surrealismo - bissessuale – Gala