Fabio Sclosa, Macchina del Tempo, aprile 2004 (n.4), 14 aprile 2004
Suonare e ascoltare un violino costruito dal liutaio cremonese Stradivari (1644-1737) è un’esperienza ineguagliabile
Suonare e ascoltare un violino costruito dal liutaio cremonese Stradivari (1644-1737) è un’esperienza ineguagliabile. In molti ne hanno indagato le ragioni nelle vernici usate, nel trattamento del legno o nei suoi tempi di essiccazione. Il vero motivo di quel suono celestiale pare però essere legato al clima in cui sono nati e vissuti gli abeti dai quali sono stati ricavati gli strumenti. Secondo il climatologo Lloyd Burckle, della Columbia University, e il dendrocronologo (cioè studioso dell’età degli alberi) Henri Grissino-Mayer, dell’università del Tennessee, tra il 1600 e il 1700 l’abbassamento della temperatura, dovuto alla riduzione dell’attività solare, avrebbe fatto crescere più lentamente gli alberi. Gli anelli che indicano l’età del legno usato da Stradivari sono infatti fitti, stretti e regolari e permettono così di ottenere una risonanza senza pari.