Marco Palombi, Macchina del Tempo, aprile 2004 (n.4), 14 aprile 2004
Era da poco passato il mezzogiorno dell’8 marzo 1862, «i marinai di vedetta sulle navi da guerra unioniste che nella rada di Hampton Roads bloccavano le coste della Virginia avevano segnalato il fumo di una squadra confederata che stava uscendo da Norfolk
Era da poco passato il mezzogiorno dell’8 marzo 1862, «i marinai di vedetta sulle navi da guerra unioniste che nella rada di Hampton Roads bloccavano le coste della Virginia avevano segnalato il fumo di una squadra confederata che stava uscendo da Norfolk. In pochi minuti le navi meridionali erano apparse nella baia; e allora gli occhi di tutti, dal mare e dalla terra, avevano potuto vedere, con un misto di terrore e di sorpresa, che alla testa della squadra avanzava un congegno strano e gigantesco, basso sulle acque, scuro, enorme, coperto di formidabili piastre di ferro che lo facevano simile a un oblungo bastione galleggiante o a una grande casa sprofondata fino all’orlo del tetto ed eruttante fumo dal camino». l’apparizione della Virginia, la prima imbarcazione completamente corazzata a solcare i mari, nel racconto dello storico Raimondo Luraghi (i sudisti ne costruirono altre quattro). Quell’8 marzo, le navi della Marina unionista vennero spazzate via dalla nuova imbarcazione: i loro cannoni non potevano affondarla, i loro scafi di legno non potevano reggere all’urto della sua artiglieria. Il 9 marzo fu la volta dei nordisti, che schierarono la loro corazzata, la Monitor: le due navi finirono per annullarsi a vicenda e in questo modo i nordisti mantennero il controllo del mare.